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Dalle statistiche del sistema di sorveglianza nazionale emergono numerosi spunti per una di prevenzione efficace all’interno dei cantieri temporanei o mobili. L'analisi di Stefano Farina
Ai primi di settembre 2025 è stato reso noto il Rapporto Inail - Regioni sulle cause degli infortuni mortali e gravi (Infor.MO).
Al suo interno un focus relativo agli INFORTUNI MORTALI NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI che assieme al settore agricoltura è quello con la maggiore frequenza di infortuni mortali per anno di accadimento nella banca dati del sistema Infor.MO.
Nel settore delle Costruzioni l’analisi degli infortuni mortali nel periodo in esame (628 casi, anni 2013 - 2022) in riferimento al rapporto di lavoro mostra che
Analizzando gli incidenti più frequenti nel settore si evidenziano le seguenti tre principali modalità incidentali che rappresentano oltre i tre quarti degli eventi mortali registrati:

Le cadute dall’alto caratterizzano il comparto, risultando essere quasi tre volte il dato registrato nello stesso periodo (2013 - 2022) per gli infortuni mortali avvenuti in tutti i restanti settori lavorativi (21,0%).
L’analisi per professione coinvolta (Tabella 13) vede la prevalenza di muratori in pietra, mattoni, refrattari, in cemento armato con il 30,8%, di pontatori, altri artigiani ed operai addetti all'edilizia con il 14,7%, di artigiani ed operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni con il 13,9%.
Si segnala anche un 3,7% di imprenditori (essenzialmente lavoratori autonomi)

Nel sottoinsieme degli eventi di caduta dall’alto del lavoratore si riscontrano frequentemente fattori causali dovuti ad azioni degli operatori (ad esempio stazionamento, passaggio, calpestamento di superfici non portanti) spesso abbinate a condizioni di non sicurezza dell’ambiente dov’era in corso la lavorazione. Superiore rispetto alla media del settore la quota dei dispositivi di protezione individuale, quasi esclusivamente cinture di protezione dalle cadute dall’alto per mancato uso o perché non fornite.
Per le cadute dall’alto dei gravi, si evidenziano criticità legate alla categoria Attività terzi con un peso praticamente doppio rispetto alla media del settore per il complesso degli incidenti (20,5% vs 9,2%). Queste rimandano frequentemente a fasi lavorative in cui non è stata adeguatamente gestita l’interferenza tra mezzi e impianti di sollevamento/trasporto materiali e operatori a terra. Altri scenari tipici per la modalità di accadimento in esame sono le attività condotte (demolizione, installazione impianti, ecc.) soprattutto in ambienti a ridosso di muri o all’interno di scavi privi dei necessari sistemi di protezione quali barriere, parapetti, armature.
L’analisi della terza modalità incidentale più frequente nelle Costruzioni, ovvero la perdita di controllo dei mezzi con conseguente ribaltamento o investimento di lavoratori, evidenzia tra i fattori di rischio le problematiche legate ad errori nella conduzione dei mezzi sia da parte dell’infortunato che di terzi che risultano essere superiori rispetto alla media del settore per il complesso degli incidenti. In tale casistica rientrano anche gli infortuni in ambienti in presenza di traffico veicolare dati dall’investimento di operatori da parti di automezzi che invadono l’area di cantiere.
Tra i numerosi materiali pubblicati all’interno del documento, molto interessante è l’analisi relativa al RISCHIO DI CADUTA DALL’ALTO NEI LAVORI IN QUOTA, FOCUS SULLE CADUTE PER SFONDAMENTO DI COPERTURE relativo alla regione LAZIO.
Si riportano di seguito alcune delle tabelle presenti sul documento stesso.

I lavori in quota espongono il lavoratore al rischio di caduta dall’alto e quando questa altezza diventa importante le conseguenze, in caso di incidente, possono rivelarsi molto gravi se non mortali. Con il modello Informo vengono individuate le cause più frequenti di caduta dall’alto, elencate di seguito secondo varie sottocategorie.
Si sottolinea che rilevare un’azione incongrua del lavoratore quale causa o concausa di un infortunio non significa attribuirgli la colpa; gli approfondimenti condotti nelle indagini portano a definire l’origine di procedure lavorative errate, talvolta dovute a carenze di formazione e informazione dei lavoratori.
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