Il d.lgs. 23 aprile 2004 rappresenta l’attuazione della delega legislativa contenuta nell’art. 8 della l. 14 febbraio 2003, n. 30 (c.d. Legge Biagi) che può essere a ragione individuato un vero e proprio punto di svolta per la ricostruzione del sistema delle ispezioni in materia di lavoro e di legislazione sociale in Italia.

Con quella disposizione la legge Biagi delegava il Governo a riformare il “servizio ispettivo” in materia di lavoro e previdenza, sulla base di una integrazione operata sul testo originario del ddl n. 848 del 2001, con l’intento di definire «un sistema organico e coerente di tutela del lavoro», attraverso interventi omogenei da parte delle amministrazioni coinvolte e preposte alla vigilanza. Ciò nella piena consapevolezza che l’ispezione del lavoro rappresenta, dal punto di vista funzionale, un elemento fondamentale di tutela (costituzionale) del lavoro e dell’impresa: da un lato il contrasto a sommerso, irregolarità e illegalità comporta l’immediata tutela del lavoratore, ma dall’altro, al contempo, il ripristino delle condizioni di legalità del lavoro incide profondamente nel contrasto al dumping e alla competizione sleale fra le imprese, garantendo, pertanto, a una equilibrata e corretta concorrenza.

Alla luce della ricorrenza ventennale, ADAPT ha ritenuto opportuno ripercorrere le tappe principali della razionalizzazione delle funzioni ispettive in materia di previdenza sociale e di lavoro in questi venti anni, fino ad arrivare alle recentissime disposizioni contenute nel D.L. n. 19 del 2024.

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