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I cantieri non sono tutti uguali, una categoria specifica è quella dei cantieri di allestimento strutture di pubblico spettacolo. Fanno il punto su questo tema Fabio Fila di STEA e Daniele Vinco di DOC Servizi.
l mondo degli spettacoli ed eventi è quanto mai affascinante e, come diciamo spesso, “extra-ordinario”. Peraltro è uno dei settori più antichi, specie in Italia, dove la storia del Teatro ha fatto scuola in tutto il mondo. Ciò nonostante la situazione di molti teatri è disastrosa e non si investe per metterli a norma e creare condizioni di sicurezza sia per gli operatori che per il pubblico.
Se parliamo di eventi dal vivo, all’aperto, di grandi dimensioni, la storia è molto corta. Soprattutto la storia della sicurezza. Non è un segreto che il settore dello spettacolo non sia minimamente considerato nel D. Lgs 81/08, men che meno nel D. Lgs. 626/94 e così via andando indietro nel tempo. Di fatto si è scoperto il settore dello spettacolo tra dicembre 2011 e marzo 2012 in seguito a due infortuni mortali occorsi durante due allestimenti molto importanti a Trieste (Jovanotti) e Reggio Calabria (Laura Pausini). Storicamente il settore degli eventi è stato paragonato a quello dell’edilizia, ma chi vive il settore non ha mai ritenuto congrua questa similitudine. Il settore spettacolo, non c’è alcun dubbio, ha poco a che fare con l’edilizia. Soprattutto perché nello spettacolo, nella buona maggioranza dei casi, si assembla e si cabla, ma non si “costruisce” quasi nulla di fisso.
Il Governo e i Ministeri della Salute e del Lavoro ci hanno messo una pezza con il D.I. del 22 luglio 2014 fornendo la cornice di applicazione dell’art. 26 o del Titolo IV. Molti dubbi e “buchi” sono però rimasti. Il ministero del lavoro e delle politiche sociali il 24 dicembre 2014 ha emesso la circolare n. 35 con la quale ha fornito una serie di “istruzioni operative” che hanno dipanato qualche dubbio. Il settore spettacolo è un settore unico, diverso dall’industria, dal commercio, dall’edilizia, dal navale, dall’agricoltura; ciò nonostante, fatto salvo il cosiddetto Decreto Palchi e Fiere e le relative istruzioni operative, non è ancora totalmente riconosciuto come specificità.
In primis le tempistiche strette: mediamente un “cantiere dello spettacolo” dura dalle 12 alle 48 ore nelle quali avviene l’allestimento, lo show e il disallestimento totale; i cantieri più lunghi possono durare dalle 2 alle 4 settimane ma sono casi piuttosto rari: mega festival come La Notte della Taranta o Milano Rocks e affini, oppure concerti-evento come Vasco Rossi, Rolling Stones, ecc.
Le tipologie di cantiere/eventi sono svariate: concerto, corporate (eventi aziendali), televisivo, fieristico, moda, teatro, oppure una commistione tra le varie: concerti in fiera, concerti in teatro a scopo televisivo, ecc.
Le aziende fornitrici sono di varia tipologia: produzione, strutture metalliche (generalmente multidirezionale, strutture in alluminio o un mix delle due), audio, video, luci, scenografia, backline (strumenti musicali). Molto raramente (se non mai) un unico fornitore copre tutti i reparti; molto spesso (se non sempre) le ditte fornitrici sono diverse. A loro volta, le ditte fornitrici si avvalgano di sub-appalti per alcune specificità e per i servizi di allestimento, assistenza, disallestimento: in genere cooperative specializzate del settore dello spettacolo. La presenza di tutti questi operatori in regime di appalto e/o sub-appalto costringe a lavorare contemporaneamente in spazi contingentati.
Spesso nell’arco di 24 ore si allestiscono e disallestimento spettacoli di altissimo livello tecnologico (un esempio tra tutti, i cantieri per allestire i concerti rock in Arena di Verona iniziano alle 4 di mattina circa per terminare alle 4 della mattina dopo). Se vogliamo esagerare sulle tempistiche, oltre oceano l’Intermezzo del super-bowl negli Stati Uniti viene allestito in 6 minuti.
La maggior parte delle attività ricade nel Titolo I del D. Lgs. 81/08, ma quando si parla di allestimenti, tutto cambia.
L’organizzatore o produttore dell’evento, a fronte di un progetto, contrattualizza tutte le forniture e nomina un CSP per la progettazione della sicurezza e la stesura di un PSC. Va considerato il fatto che le location non sono quasi mai, se non mai, di proprietà dell’organizzazione ma vengono prese in affitto. Molte location non sono specifiche per gli eventi di spettacolo ma generalmente dedicate ad altro, per esempio eventi sportivi (palasport, stadi, campi da calcio, autodromi, ecc.) o sono grandi aree libere e al “grezzo” (parchi, spazi verdi, ecc.).
Spesso il CSP è anche il CSE. In caso di tour (concerto di un artista con più tappe in diverse città) può accadere che venga nominato un CSE diverso dal CSP. Generalmente un CSE locale è nominato dall’organizzatore del tour.
Il CSP invia a tutti i fornitori (inclusi i sub-fornitori) il PSC in Rev00 richiedendo una serie di documenti per comprovarne i requisiti normativi, contributivi, amministrativi, tecnici, professionali e di sicurezza. I documenti richiesti, oltre al POS sono infatti: presa visione e accettazione del PSC, dichiarazione di idoneità tecnico professionale, durc e visura in corso di validità, certificazioni delle attrezzature, nomina del RSPP e relativi attestati, nomina del Medico Competente, nomina e attestati degli RLS, documenti dei lavoratori impegnati nelle lavorazioni (formazione generale, specifica più eventuali integrazioni quali l’uso di attrezzature specifiche, idoneità sanitaria, consegna DPI, Unilav). In caso di squadre con più di una persona viene richiesta la nomina di uno o più preposti (se squadre diverse, ad esempio audio, video, luci) e relativa formazione.
Generalmente, tutte le comunicazioni tra CSP e ditte fornitrici avviene a mezzo email e non è richiesta la copia cartacea da presentare in cantiere. Se questa parte documentale è del tutto simile alla documentazione richiesta su altri cantieri “standard”, nettamente diverso è l’approccio del CSE, quando si passa alla fase operativa (la cantieristica vera e propria). Nei cantieri di spettacolo, corti o lunghi che siano, il CSE (o suo assistente) è sempre presente in cantiere, dall’inizio alla fine. La sua presenza non è formale ma operativa. Il CSE lavora a stretto contatto con l’ufficio produzione dell’evento (che coordina le operazioni di cantiere). Tutte le comunicazioni avvengono in modo estremamente serrato e la documentazione varia continuamente. A cambiare continuamente sono soprattutto le squadre di lavoro (service fornitori e sub-appalti, generalmente cooperative specializzate nella fase di allestimento, assistenza, disallestimento).
Una delle peculiarità del settore è la continua interferenza tra settori diversi e soprattutto la continua interferenza “formale” anche all’interno della stessa squadra. Non è inusuale che la squadra di allestimento del comparto luci sia formata da cooperative diverse. Seppur formalmente le diverse cooperative siano interferenti di fatto, nella logica del “team di scopo inter-aziendale”, le diverse cooperative formano un team unico di lavoro in coordinazione con il “service” (proprietario delle attrezzature) e con il committente (organizzatore dell’evento). Il coordinamento ai fini dell’obbiettivo (il termine dell’allestimento e l’inizio dello show) impatta positivamente anche sulla coordinazione ai fini della sicurezza. L’unico modo possibile per portare a termine allestimenti complessi in tempi ristrettissimi è l’alta professionalità dei singoli soggetti (organizzatori, direttori di produzione, tecnici) e la stretta collaborazione tra tutti i soggetti presenti.
Non dimentichiamoci, poi, che un cantiere di spettacolo si divide in tre fasi distinte: la prima (di cantiere, allestimento - PSC), la seconda (di show – DUVRI), la terza (di cantiere, disallestimento – PSC). Non è sempre necessario gestire l’evento come un “cantiere”. In questo senso è proprio il già citato D.I. Del 22 luglio 2014 a tracciare le linee guida dell’applicabilità dell’art. 26 o del Titolo IV.
Nel contesto dello spettacolo e dell’intrattenimento, la sicurezza del pubblico rappresenta l’altra faccia della medaglia, strettamente connessa con la sicurezza dei lavoratori. La gestione della sicurezza del pubblico spettacolo ricade ancora oggi nella fattispecie T.U.L.P.S. nonostante sia all’ordine del giorno la discussione sulla necessità (come già detto per la sicurezza dei lavoratori) di una normativa specifica, separata dalla “pubblica sicurezza” è attinente alla “sicurezza del pubblico spettacolo”.
Di safety & security si è fatto un gran parlare nell’ultimo anno, in seguito ai fatti accaduti in Europa (attentati terroristici) e in Italia in seguito alle morti di Torino e, di recente, Ancona. Le due fattispecie sono nettamente differenti (evento all’aperto a Torino, evento in un locale ad Ancona) ma il risultato non cambia.
Una nostra proposta è quello di introdurre il concetto di “cultura della sicurezza” fin in età scolastica, inserendo questi argomenti nelle materie ministeriali. Ben venga l’incremento del numero di ispettori, ma anche un maggior impegno di spesa nel settore per implementare la sicurezza sotto tutti i punti di vista. La consapevolezza e la percezione del pericolo deve essere sempre fatta presente e coltivata nei lavoratori per una maggior sensibilizzazione individuale.
Ne parleremo e discuteremo ancora per lungo tempo.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
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