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Intervista a Veruscka Gennari, co-fouder di 2bhappy e dell'Italian Institute for Positive Organizations (IIPO)
“C’è un ponte tra il costrutto della scienza della felicità, quello delle Organizzazioni Positive e quello della sicurezza. Se alleniamo buone pratiche di sicurezza possiamo contemporaneamente allenare la competenza della Felicità, e viceversa. Un'Organizzazione Positiva si prende cura delle persone che vi lavorano, garantendo innanzitutto la loro sicurezza ed integrità fisica e psichica”.
Lo sostiene Veruscka Gennari, che si dichiara “filosofa, divulgatrice, trainer e studiosa”, fondatrice, insieme a Daniela Di Ciaccio, di 2BHappyAgency (www.2bhappy.it) e dell’Italian Institute for Positive Organization (www.iipo.it)”.
Una tesi, la sua, di sicuro interesse.
Ho chiesto a Veruska di poterla intervistare. Così ci incontriamo a Brescia in occasione dell’evento di presentazione del libro “Stop Jurassic Management. Persone, ambienti e culture del lavoro”, edito da Franco Angeli nel 2023, di cui lei è autrice insieme a Daniela Di Ciaccio.
Per mia esperienza personale oltre che professionale di lunga data, so bene che ambienti di lavoro giurassici, tossici ed infelici aumentano il rischio di infortuni e di malattie sul luogo di lavoro. Chiacchierando piacevolmente con Veruska, mi convinco del fatto che abbiamo un obiettivo comune: perseguire un cambiamento culturale sempre più urgente e necessario nelle comunità di vita e di lavoro in cui viviamo ed operiamo professionalmente: passare dal considerare la sicurezza quale mero obbligo normativo al realizzare la sicurezza quale scelta quotidiana di vita; una scelta operata consapevolmente dalle persone e dalle organizzazioni.
Molto incuriosita, ascolto Veruska raccontare che 2bHappy esiste dal 2015 per realizzare la felicità prima di tutto e per tutti attraverso una serie di attività regolarmente monitorate e misurate ed indirizzate al raggiungimento dei tre obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), inseriti dall’ONU nell’agenda 2030: salute e benessere, istruzione di qualità, lavoro dignitoso e crescita economica. L’Italian Institute for Positive Organizations è il punto di riferimento in Italia per la “Scienza della Felicità e le Organizzazioni Positive” ed è nato con il proposito di favorire l’evoluzione, il benessere e la felicità di persone, organizzazioni e comunità.
Veruska mi ricorda che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nella sua risoluzione 66/281 del 12 luglio 2012, ha proclamato il 20 marzo Giornata internazionale della felicità. Lo scopo della ricorrenza è quello di porre l’attenzione sulla rilevanza della felicità e del benessere come obiettivi ed aspirazioni universali delle vite degli esseri umani di tutto il mondo e sull’importanza del loro riconoscimento negli obiettivi di politica pubblica. L’ONU ha riconosciuto anche la necessità di un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato alla crescita economica che promuova lo sviluppo sostenibile, l’eliminazione della povertà, la felicità e il benessere di tutti i popoli.
L’argomento mi incuriosisce, perciò mi documento e scopro che la risoluzione 66/281 è stata avviata dal Bhutan, un Paese che ha riconosciuto il valore della felicità nazionale rispetto a quello del reddito nazionale fin dai primi anni ’70. Il Bhutan ha adottato, infatti, l’obiettivo della Felicità Nazionale Lorda sostituendolo al Prodotto Nazionale Lordo (PNL). Per celebrare la felicità, l'Onu ha scelto proprio il giorno dell'equinozio di primavera, simbolicamente l'inizio del rifiorire della vita.
Mentre conversiamo, sento di riconoscermi nelle aspirazioni e nei valori sostenuti e divulgati con passione e perseveranza dalla rete di professionisti di 2bhappy! E sono convinta che essi possano e debbano essere promossi e comunicati anche nella formazione sulla sicurezza, a scuola, nelle aziende. Credo anche sia indispensabile ed urgente passare da modelli manageriali giurassici a modelli più evoluti, capaci di generare coerenza tra cultura, processi, strategia e leadership e di realizzare una governance in grado di coniugare armonicamente benessere e business.
Veruska afferma di comprendere la difficoltà quotidiana dei professionisti della salute e della sicurezza sia nel promuovere una visione meno giurassica del benessere sia nell'appassionare e coinvolgere i partecipanti durante i corsi di formazione. Mi dice: “No alle energie al ribasso nei percorsi di formazione! È necessario innovare, migliorare la qualità dell’apprendimento, aumentare l’appeal e la gradevolezza dei percorsi didattici, in sintesi migliorarne efficacia, efficienza e connessione con i bisogni umani. Sul tema della formazione in materia di sicurezza abbiamo realizzato un percorso per coordinatori e docenti della Scuola Edile Artigiana dell’Emilia Romagna, dal titolo Progettare con il digitale per migliorare l’apprendimento degli allievi. Attraverso un framework didattico, chiamato didattica aumentata, abbiamo ristrutturato il processo formativo per renderlo più funzionale ai principi della “Scienza della Felicità”.
Ogni volta che i nostri bisogni di sicurezza, stabilità, apprezzamento, riconoscimento, appartenenza e connessione sociale sono soddisfatti, il nostro corpo produce una chimica positiva, generando dosi abbondanti di ossitocina, dopamina, serotonina ed endorfina, gli ormoni del benessere. Al contrario, ogni volta che ci sentiamo insicuri, non riconosciuti, traditi, non compresi, soli, produciamo ed alimentiamo una chimica negativa: adrenalina e cortisolo in eccesso, a lungo andare tossici per i sistemi viventi, siano essi persone o organizzazioni. La chimica positiva apre i centri dell’apprendimento, della creatività, della memoria e dell’ascolto; la chimica negativa chiude la visione, rende difficile risolvere i problemi e, soprattutto, fa male alla nostra salute!
La scienza ha, poi, dimostrato che non è sopravvissuta la specie più forte bensì quella che ha saputo cooperare meglio: il capitale sociale è la nostra capacità di costruire relazioni basate sulla fiducia, solide e durature nel tempo. Coltiviamo il nostro capitale sociale quando cooperiamo, ci sentiamo coinvolti e coinvolgiamo, diamo supporto e ci sentiamo supportati, ascoltiamo, comunichiamo in modo non violento, condividiamo informazioni, siamo gentili”.
Più CHIMICA POSITIVA e più NOI nei processi di apprendimento e nella formazione. Mi piace e condivido!
Il mio più grande impegno e valore quotidiano è rendere contagiosa la salute, piuttosto che la malattia.
Prosegue Veruska: “La Scienza della felicità aggrega tutte le discipline scientifiche che concorrono a spiegare perché la felicità non sia solo un’emozione bensì anche una competenza e, come tale, possa essere coltivata ed allenata. È una disciplina giovane, nata dalla convergenza e dall’integrazione dei contributi provenienti da scienze consolidate (psicologia positiva, biologia, neuroscienza, fisica quantistica ed economia), ricerche di frontiera (come quelle nei campi della medicina integrata o condotte da team multidisciplinari di neuroscienziati e ricercatori in campo spirituale), filosofia e discipline orientali.
Felicità è, quindi, anche stile di vita ed ha a che fare con il modo in cui utilizziamo le nostre risorse interiori per affrontare le sfide che la vita quotidianamente ci presenta. Felicità richiede, pertanto, sforzo, allenamento e pratica costante, scelte e comportamenti intenzionali quotidiani che concorrono a costruire la nostra vita quale un’esperienza ricca di significato”.
L’invito che scaturisce dalle parole di Veruska è quello di interrogarci se siamo proprio sicuri che i modelli organizzativi sui quali abbiamo costruito fino ad oggi il mondo del lavoro siano gli unici possibili, i più adeguati a gestire la complessità e a garantirci l’evoluzione. Così le chiedo, immaginando le numerose obiezioni che lavoratori ed imprenditori giurassici, scettici e sfiduciati potrebbero muovermi durante un seminario o una lezione di sicurezza: “Organizzazioni Positive e felici?!?”
Risponde: “Con il termine positivo non stiamo definendo un modello organizzativo corretto, giusto, buono e migliore da contrapporre in termini di valore assoluto ad un altro definibile ingiusto, cattivo, peggiore e anche antipatico!!! Né vogliamo passare l'idea che un'Organizzazione Positiva sia un luogo ove regnino sovrane solo l'entusiasmo o la felicità permanente.
Diventare un’Organizzazione Positiva significa intraprendere un processo di cambiamento culturale che richiede pazienza, tempo e voglia di mettersi in discussione, soprattutto da parte dei leader. Il Rapporto sulla politica globale di felicità e benessere 2019 ha indagato la relazione positiva tra la competenza della felicità e la redditività complessiva dell’azienda. Questa ed altre numerose ricerche ed evidenze scientifiche ci guidano nel delineare l’Organizzazione Positiva (ORG+) come un modello culturale, capace di generare e rendere sostenibili nel tempo luoghi in cui le persone fioriscono in relazione con altre per ottenere risultati individuali e collettivi dotati di senso profondo sia per l’individuo sia per l’organizzazione aziendale”.
Si tratta di percorso tanto urgente quanto possibile, oggi facilitato anche da professionisti specializzati e competenti in materia, quali il Chief Happiness Officer (CHO), il cui scopo è proprio quello di fare in modo che in ogni luogo di lavoro la cultura della felicità e della positività diventi una priorità strategica per il benessere e la sostenibilità delle persone e dell’azienda.
L’intervista volge al termine. Il nostro è un arriderci. Saluto Veruska: “Grazie a te ed al team di 2behappy per la disponibilità e la preziosa collaborazione al nostro “Giornale dei Formatori”! La tua testimonianza ci motiva a proseguire con fermezza e coraggio nel cammino di cambiamento ed innovazione della formazione e della cultura organizzativa che noi di Aifos abbiamo intrapreso da tempo!”.
Ritorno al mio lavoro con la rinnovata consapevolezza che abbiamo bisogno di molto coraggio anche per contagiarci di felicità! E che ogni lungo viaggio inizia con un piccolo passo. Percorrendo insieme la strada, andremo lontani!
Buon anno e buon nuovo cammino a tutti noi!
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
Tel 030.6595031 - Fax 030.6595040 | C.F. 97341160154 - P. Iva 03042120984
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