/ News / Approfondimenti / Come convertire la normale produzione di un’azienda in tempi di pandemia, senza rischiare una sanzione dalla ASL e senza mettere in pericolo la salute dei lavoratori?
Le risposte di Diego Perfettibile e Davide Pasini, ingegneri con solide competenze nel campo della ventilazione industriale e delle atmosfere esplosive ATEX
In questo periodo di emergenza Covid, in cui la pandemia da Coronavirus ha cambiato le nostre abitudini quotidiane, molte aziende hanno deciso di intervenire a sostegno di chi lavora in ospedale e chi offre servizi di assistenza. Come?
Convertendo la loro normale produzione in gel mani igienizzanti, così da aumentare la disponibilità di prodotti che aiutino a ridurre la diffusione del contagio. C'è chi ha cambiato lavoro, chi tipologia di prodotto che trattava. Ognuno ha fatto del suo meglio, arrangiandosi come poteva.
È bello vedere come ci si adegua a una situazione di emergenza.
In particolare se si usano degli ingredienti diversi, l’impianto che veniva utilizzato quotidianamente, non può rimanere invariato… è una questione di sicurezza.
Nelle prossime righe capirai perché è importante adeguare l’impianto al tipo di produzione, in particolare se l’ingrediente che si utilizza è potenzialmente esplosivo, se vuoi evitare sanzioni, o addirittura esplosioni sul luogo di lavoro.
Sono Diego Perfettibile, esperto progettista di ventilatori industriali, e insieme all’esperto di impianti trattamento aria Davide Pasini, parliamo di ATEX, nello specifico di come “aspirarla”.
La prima cosa che devi capire in queste situazioni, è se si tratta di un'atmosfera ATEX o meno. Devi conoscere a fondo i comportamenti del nuovo ingrediente, sia a livello chimico che fisico (quindi, la temperatura di condensazione, di evaporazione, l’ebollizione, ecc.). Qualunque sia il nuovo ingrediente: un gas, una polvere o un vapore.
Perché è fondamentale questo passaggio? Perché nel caso in cui rimanga tutto nel mondo delle sostanze inerti non ci sono problemi.
Se invece si aggiungono sostanze con comportamenti inquinanti o esplosivi – tipo l’alcool –, devi iniziare a pensare come affrontare l’ATEX. In questa situazione tutta la linea andrebbe ricertificata, andrebbero sostituiti tutti quei componenti non compatibili con l'ATEX.
Quindi:
Se usi determinati prodotti che creano condizioni di pericolosità di esplosione, l’ATEX diventa parte del processo. Il mancato rispetto della direttiva 99/92/CE per l’ATEX sui luoghi di lavoro non è proprio una boccata d’aria fresca. Puoi ben immaginare infatti che i primi a essere “ricercati” sono proprio il datore di lavoro o l’RSPP.
Il rischio “minore” è quello che un tecnico della ASL faccia un’ispezione nella tua azienda, nel reparto produzione e, ti sanzioni per il mancato rispetto della direttiva 99/92/CE.
Il rischio successivo è che, in caso di incidente o infortunio legato alla mancanza di un impianto di aspirazione adeguato, tu venga coinvolto in un processo civile e penale e ti venga addossata tutta la responsabilità. Non sto qui a dirti che questo, oltre che una fedina penale macchiata, significherebbe un’ingente perdita di denaro per te.
Ma ecco il rischio peggiore: potresti provocare un’esplosione a causa della fuoriuscita di vapori o gas infiammabili, soprattutto durante le fasi di carico o scarico che spesso sono presidiate dai lavoratori.
Vuoi davvero mettere a rischio la salute e la vita dei dipendenti solo per una mancanza di voglia di adeguarsi a una normativa?
Si entra in questo caso in un discorso di aspirazione. Ecco perché mi sono fatto dare una mano dall’esperto in questo campo, Davide Pasini. Pasini spiega che tipicamente i vari processi hanno un punto di emissione da dove fuoriescono gli inquinanti, parliamo sia di polveri che di gas: queste sostanze devono essere convogliate, portate fuori e abbattute.
È un obbligo di legge, non puoi far finta di niente. Come si aspirano queste sostanze?
Pasini spiega: “Normalmente viene installata una cappa di aspirazione diretta (direttamente flangiata all'uscita) o indiretta (una cappa più larga dell'uscita, dove viene aspirata aria ambiente oltre all'inquinante), a seconda della macchina.
Nel caso di un reattore per produrre gel igenizzante per esempio, avrai ingredienti come alcool e polveri. Entrambi questi componenti usciranno dallo sfiato del reattore. Quindi l'impianto dovrà dapprima filtrare la polvere e poi abbattere l'alcool, bruciandolo o abbattendolo in acqua.”
Ciò che succede infatti è che l'atmosfera esplosiva viene semplicemente spostata da un punto A a un punto B, in modo da rendere sicura la lavorazione in atto.
“Tutta questa zona esplosiva viene quindi concentrata in un determinato punto, a cui è fondamentale prestare sempre la massima attenzione”, afferma Davide.
“Se non effettui una corretta aspirazione al punto di emissione e l’inquinante è il fumo e il gas che esce fuori dalla flangia, questo ricade giù nella produzione. Come quasi sempre accade, infatti, gli inquinanti sono più pesanti dell’aria. Formano delle nubi intorno a questa applicazione e basta uno strofinio di vestiti per provocare un’esplosione.”
Ecco perché è necessario aspirarle. Immagina di essere un produttore di spaghetti.
Ecco, se un giorno decidessi di voler produrre degli gnocchi, non puoi svolgere lo stesso processo. È necessario considerare un processo e dei parametri di produzione diversi. Nuovi. Per esempio, è necessario spolverare una quantità di farina maggiore sopra gli gnocchi perché rischiano di attaccarsi tra loro e di darti un pessimo risultato. E forse non lo sai, ma la farina è tra le polveri combustibili che causano frequentemente gravi esplosioni.
Quando si fa un cambio di produzione insomma, è importante conoscere e valutare le nuove normative e soprattutto adeguarvisi.
Un'arma semplice ed efficace per risolvere il problema dell'ATEX è quella di diluire il più possibile la sostanza inquinante, così da diminuire la sua concentrazione allontanandosi dal pericolo. In questo modo convogliarla in un altro luogo risulta molto più sicuro. L’inquinante ora dovrà essere trattato in una macchina pensata apposta, molto meno complessa dal punto di vista ATEX poiché le sostanze sono state prima diluite.
Tipicamente nei serbatoi da reattori è una cosa fattibile perché sono sfiati di qualche centinaia di metri cubi, quindi se la diluisco anche 10-20 volte, posso arrivare a 2-5 mila metri cubi d’aria da trattare in maniera abbastanza semplice con materiali abbastanza standard.
Dovrà comunque avere una marcatura ATEX, perché il rischio è sempre presente, anche se ridotto il più possibile. Questo significa che, anziché essere in zona 0 o 20, diventa magari una 21 o una 1, o addirittura una 2 o una 22… e questo cambia tutto. Per concludere, se l’impianto che utilizzavi non era pensato per il nuovo tipo di produzione, e quindi non rispettava le norme ATEX, è necessario che ti adegui il prima possibile alla direttiva 99/92/CE per l’ATEX sui luoghi di lavoro per evitare:
Di sicuro un impianto di aspirazione aiuta a rimuovere la miscela esplosiva dal luogo di lavoro, evitando problemi sia di esplosione che di “inquinamento” dell’aria che respirano i lavoratori. Ma comunque devi stare attento a come viene progettato l’impianto e che tutto sia conforme alla direttiva ATEX (ventilatore ed eventuali filtri compresi).
È importante che tu ti rivolga a un consulente di fiducia, che valuti quale effetto può avere il nuovo processo. In particolare, bisogna valutare l’impatto sia da un punto di vista di igiene del lavoro, sia da un punto di vista della pericolosità dei gas che si utilizzano.
Per avere più informazioni relative alle normative, approfondire il discorso delle zone dell’ATEX e capire come adeguarsi al meglio a qualsiasi cambiamento, seguimi sul blog di Ventilazionesicura™ https://ventilazionesicura.it.
Nel blog di Davide Pasini, puoi trovare più informazioni riguardo l’aspirazione e l’abbattimento https://www.ingegneriaemissioni.it/blog-emissioni-industriali/
Pubblicato il: 29/07/2020
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
Tel 030.6595031 - Fax 030.6595040 | C.F. 97341160154 - P. Iva 03042120984
Il sito utilizza cookie tecnici, ci preme tuttavia informarti che, dietro tuo esplicito consenso espresso attraverso cliccando sul pulsante "Accetto", potranno essere installati cookie analitici o cookie collegati a plugin di terze parti che potrebbero essere attivi sul sito.