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Una riflessione sul cammino delle imprese verso la sostenibilità. Di Giuseppe Marino: Consigliere Nazionale AiFOS, esperto in materia di corporate social responsibility
L’impegno delle aziende sui temi di sostenibilità è in continua evoluzione. Alcune imprese si sono mosse in anticipo ed hanno abbracciato la sostenibilità come un filo vitale intrecciato nel tessuto stesso delle loro strategie aziendali; al contrario, altre, intrappolate nell'ombra dell'incertezza e dell'attesa, sono ancora immerse nelle prime fasi di analisi, in cerca della comprensione profonda delle opportunità che la spinta trasformativa e rigenerativa della Corporate Sustainability può offrire loro. Spinta, che sta aprendo la strada a migliaia di modelli di business innovativi che promuovono, all’unisono, prosperità economica, tutela dell'ambiente e benessere sociale.
Il dato certo è che, tutte le imprese di ogni dimensione e settore, sono oggi "costrette" a confrontarsi con una serie di sollecitazioni provenienti dal mondo della sostenibilità. Obblighi normativi, la richiesta di maggiore trasparenza da parte degli stakeholder, la necessità di adattare i prodotti ed i servizi alle nuove aspettative di consumatori più consapevoli, l'acquisizione di nuovi talenti operanti nella dimensione dei green jobs, una crescente consapevolezza dell'impatto delle attività aziendali sull'ambiente e sulla società, sono solo alcuni degli aspetti che stanno spingendo le imprese a ridefinire le proprie strategie e valutare un loro possibile contributo allo sviluppo sostenibile.
La sostenibilità d'impresa non è quindi solo un'opzione, ma è diventata una necessità imperativa per assicurare alle organizzazioni un futuro duraturo. L'integrazione della sostenibilità nella strategia aziendale ha la capacità di agire come fattore abilitante e trasformativo; quando si sceglie di considerare la sostenibilità come un elemento centrale nelle decisioni aziendali, essa diventa un catalizzatore di innovazione e di cambiamento positivo. Si manifesta come un impulso abilitante in quanto permette alle aziende di adottare pratiche più responsabili, riducendo gli impatti negativi, migliorando le relazioni con le parti interessate e creando valore a lungo termine. Allo stesso tempo, agisce come un fattore trasformativo, poiché richiede un ripensamento radicale dei modelli esistenti ed incoraggia l’adozione di nuovi approcci strategici ed operativi.
La sostenibilità non è più una mera astrazione o un obiettivo di marketing, ma è diventata una necessità che richiede azioni concrete da parte delle aziende.
Per renderla effettiva, in primo luogo assumono un'importanza primaria l’adozione di valori e di un modello di governance improntati ai temi dello sviluppo sostenibile. Affinché l'approccio alla sostenibilità risulti praticabile, l'impresa deve abbracciare ed integrare i principi di sostenibilità nei propri valori etici, nelle strategie e nelle decisioni di governance. Ciò implica che la sostenibilità non può essere considerata solo come un'aggiunta superficiale o una mera dichiarazione di intenti, ma deve permeare l'intera struttura organizzativa e riflettersi in tutte le pratiche aziendali. Affinché la sostenibilità diventi parte integrante della cultura d’impresa, è poi necessario un impegno totale da parte dei vertici dell’organizzazione. Essi devono assumere un ruolo di leadership nel guidare il cambiamento e promuovere una visione a lungo termine che comprenda la responsabilità sociale ed ambientale; devono essere promotori del cambiamento, incoraggiando l'innovazione sostenibile.
Un altro elemento chiave da considerane riguarda la sostenibilità del prodotto o servizio offerto dall'azienda lungo tutto il suo ciclo di vita. Questo comporta l'adozione di un approccio olistico e responsabile, tenendo conto degli impatti ambientali, sociali ed economici del prodotto o servizio dalla fase di progettazione, attraverso la produzione, la distribuzione, l'utilizzo e, infine, la sua gestione a fine vita.
La dimensione operativa rappresenta un terzo elemento abilitante della Corporate Sustainability. Non è sufficiente che l'azienda si impegni a realizzare prodotti o servizi sostenibili; diventa importante considerare anche il “come” vengono realizzati. Ciò include l'adozione di processi produttivi efficienti, la gestione responsabile delle risorse e dei capitali, nonché l'integrazione dei principi di sostenibilità nella gestione della catena di approvvigionamento e nei rapporti con i fornitori.
Infine, gli ultimi due elementi da considerare riguardano la gestione delle relazioni con gli stakeholder e la misurazione delle performance e degli impatti generati.
Le sfide che la Corporate Sustainability dovrà affrontare richiedono una riflessione ed un'esplorazione delle radici stesse del concetto di sostenibilità.
Intanto, è necessario rendere sempre più misurabile il contributo delle imprese alle performance di sostenibilità e la loro capacità di agire come motore di sviluppo sostenibile. Le imprese non possono più limitarsi a ridurre gli impatti negativi, ma devono intraprendere un percorso di co-creazione e generazione di benefici positivi. Questa transizione richiede un profondo cambiamento di mentalità, un passaggio dalla sostenibilità intesa come mero scudo difensivo ad una prospettiva proattiva, in cui l'etica e la responsabilità verso l'interconnessione tra le persone, gli ecosistemi ed il pianeta diventano l'essenza dell'agire aziendale.
Inoltre, l'implementazione di politiche e strategie di coinvolgimento degli stakeholder rivela la consapevolezza che l'impresa non è un'entità isolata, ma un intreccio complesso di relazioni. Il coinvolgimento, l'ascolto attento delle diverse parti interessate attraverso un dialogo aperto e una comprensione autentica delle loro aspettative e delle loro esigenze, permetterà alle organizzazioni di sviluppare soluzioni che rispondano sempre più al bene comune.
Infine, il 2023 segna un momento di grande importanza nel campo del reporting di sostenibilità, grazie all'entrata in vigore, il 5 gennaio, della nuova Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive). La direttiva ha notevolmente ampliato il numero di imprese obbligate a comunicare informazioni sulla sostenibilità, sostituendo la precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD). Questo ampliamento è fondamentale per garantire un'efficace implementazione del Green Deal europeo e del piano d'azione sulla finanza sostenibile, in quanto richiede un miglioramento della qualità dei dati comunicati dalle imprese riguardo ai rischi di sostenibilità cui sono esposte ed all'impatto che queste ultime generano sulle persone e sull'ambiente.
Il cerchio si stringe e man mano che le organizzazioni approfondiscono lo studio e l'implementazione di pratiche di sostenibilità, la gestione tradizionale della salute e della sicurezza aziendale si evolve verso una progettazione maggiormente orientata ai principi dell'ESG (Environmental, Social and Governance). Le tematiche HSE (Health, Safety and Environment) e ESG, se considerate insieme, si trasformano velocemente da aspetti rilevanti e cogenti a priorità strategiche rispetto alla creazione di nuovi modelli di business.
Non esiste più, dunque, un confine netto fra la gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro (SSL) e la gestione dei temi ESG; ci si trova ormai, sempre più spesso, a gestire iniziative di sostenibilità all'interno di responsabilità di pertinenza degli RSPP o degli HSE manager.
La sostenibilità sociale necessita e si nutre inevitabilmente della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici ed i servizi di prevenzione e protezione avranno un ruolo sempre più importante nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità scelti dall’azienda.
La crescita continua dell’importanza della sostenibilità spinge a superare con rapidità questa apparente dicotomia tra i due mondi, trovando, in questo momento storico, nel monitoraggio e nella misurazione delle performance aziendali legate alle tematiche ESG, un alleato fondamentale.
La gestione operativa dei temi HS si sta integrando velocemente con la gestione delle dinamiche ESG, che comprendono spesso la raccolta dati sulle persone ed il loro grado di benessere psicofisico, l’organizzazione della formazione e dello sviluppo professionale, l’organizzazione di iniziative di welfare aziendale, gli allestimenti degli ambienti di lavoro, la gestione della catena di fornitura e dei rischi interferenziali, l’implementazione di un sistema di gestione e di governance.
In questa complessa trama di relazioni, emerge inevitabilmente l'alleanza tra ambiente e sicurezza, con una correlazione intrinseca fra gli obiettivi legati alla transizione ecologica e quelli connessi alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Entrambi gli obiettivi riflettono una preoccupazione comune: la necessità di preservare le risorse naturali e quelle umane. Condividono anche la convinzione che proteggere l'ambiente e garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori sia indispensabile per la realizzazione di un nuovo modello di sviluppo e di crescita sostenibile.
I "lavori verdi", che costituiranno il motore di questo passaggio epocale, devono essere svolti in sicurezza, senza arrecare danni alla salute dei lavoratori. Pertanto, affinché il lavoro "green" sia autenticamente sostenibile, è fondamentale che esso sia intrinsecamente sicuro.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
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