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Naviglio (AiFOS): «Sì alla videoconferenza equiparata alla formazione in aula»

Alla luce dell'emergenza Coronavirus, quella che fino a un mese fa sembrava la formazione del futuro è diventata un'odierna necessità

 

Fino al termine dell’emergenza, l’eventuale formazione a distanza effettuata mediante collegamento telematico in videoconferenza tale da assicurare l’interazione tra docente e discenti (ciascuno in solitaria, essendo esclusa qualsiasi forma di aggregazione in tale ambito) si ritiene equiparata a tutti gli effetti alla formazione in presenza.

Sono queste le granitiche parole con cui la Regione Veneto, nelle Indicazioni operative per la tutela della salute negli ambienti di lavoro non sanitari (Versione 09 del 26.03.2020), sdogana - quantomeno nel suo territorio di competenza e quantomeno nel periodo di emergenza Covid-19 - l'utilizzo della videoconferenza come modalità formativa legalmente riconosciuta ai fini della formazione obbligatoria prevista dall'articolo 37 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e disciplinata dagli Accordi in sede di Conferenza Stato-Regioni.

Come è ovvio e giusto che sia, la Regione aggiunge che la modalità di collegamento a distanza in videoconferenza non si applica ai soli moduli formativi che prevedono addestramento pratico (quale, a titolo esemplificativo e non esaustivo, la parte pratica dei corsi per addetti al primo soccorso) e specifica che la registrazione delle presenze in entrata e uscita avverrà mediante registro elettronico o sotto la responsabilità del docente, così come l’effettuazione del test finale di apprendimento, ove previsto.

Restano da chiarire alcuni punti non secondari: qual è l'orientamento delle altre Regioni e del legislatore nazionale in merito? Le valutazioni effettuate alla luce dalla situazione emergenziale in atto saranno ancora valide tra qualche mese, quando si potrà tornare in aula?

Il Segretario Generale AiFOS, Francesco Naviglio: «La nostra Associazione è a favore dell'equiparazione tra formazione in videoconferenza e formazione in aula non solo nell'attuale scenario, dove la videoconferenza si pone e si porrà come scelta ad oggi obbligata e poi comunque privilegiata alla luce delle restrizioni agli spostamenti e delle misure di distanziamento sociale alle quali probabilmente ci dovremo attenere per qualche tempo, ma anche quando l'emergenza sarà cessata e tutto tornerà alla normalità. Sono certo che ciò non rappresenta una scappatoia per aggirare i controlli sull'effettivo svolgimento della formazione, anzi vi è un più fedele tracciamento delle presenze e dei tempi della fruizione, ai quali possono eventualmente avere accesso gli organismi di vigilanza. Non è nemmeno uno svilimento della figura del formatore, che anzi si trova dinanzi ad una nuova ed importantissima sfida: quella di sviluppare nuove competenze per trasferire la sue conoscenze tecniche e comunicative attraverso lo schermo a una classe di corsisti presenti in remoto. Va da sè che tutte queste considerazioni sono valide solo ed esclusivamente nel caso di moduli formativi riguardanti nozioni teoriche, mentre test ed esercitazioni pratiche dovranno sempre e comunque continare ad essere svolte sotto la supervisione del formatore/istruttore».

Per consultare le Indicazioni operative per la tutela della salute negli ambienti di lavoro non sanitari SARS-CoV-2 della Regione Veneto:
https://www.regione.veneto.it/web/sanita/covid-19-ambienti-di-lavoro

 


Pubblicato il: 02/04/2020

 

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