/ News / Approfondimenti / Del PNRR e della sicurezza nei cantieri
Di Lara Calanni Pileri, Consigliere nazionale AiFOS, ex direttore tecnico di cantiere, Tecnico Appalti nel progetto del Dipartimento di Funzione Pubblica “1000 esperti PNRR”
Il PNRR è una grande opportunità; credo che ce ne siamo accorti subito, dal momento in cui il presidente del Consiglio dei ministri è andato a proporre quello italiano in Europa.
Sebbene ancora non sapessimo di fatto a cosa saremmo andati incontro per mettere a terra le opere per le quali chiedevamo il finanziamento all'UE, chi mastica di appalti ha inteso da subito che sarebbe stata una grande sfida. Che dobbiamo ancora cercare di vincere. E la strada è tutta in salita.
Ormai è trascorso del tempo e si sono succeduti ben due governi ma resta, ad oggi più chiara e definita, la possibilità per le amministrazioni centrali e territoriali di realizzare opere pubbliche che sono rimaste per anni solo nel libro dei sogni degli amministratori o per i più fortunati già scritti in qualche progetto conservato nei cassetti degli uffici tecnici.
Ogni paese europeo ha il suo piano e nessuno ha interesse a perdere la propria quota di fondi; i criteri fissati dalla Commissione Europea per approvare i piani di ripresa e resilienza, basati sui 4 pilastri di pertinenza, efficacia, efficienza e coerenza, non lasciano troppi margini di creatività alle strategie dei vari governi.
L'Italia con 209 miliardi di euro (di cui 127 miliardi sotto forma di prestiti e altri 82 miliardi come sovvenzioni) è il primo beneficiario di Next Generation EU (fonte Il Sole 24 ore) e sta impiegando questi fondi attraverso il suo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Dopo la pandemia, con gli eventi bellici ancora in corso abbiamo avuto un altro colpo sull'economia e l'aumento dei costi delle materie prime e dell'energia ha comportato l'aumento dei prezzi con un aggiornamento ripetuto dei preziari, l'ultimo dei quali avvenuto a luglio 2022.
Questo ha comportato per tutti i progetti già finanziati la necessità di applicare i nuovi prezzi e, visti i vertiginosi aumenti dell’importo dei lavori, di coprire le maggiori somme con fondi propri o più di frequente di ridimensionare l'opera.
L’alternativa è rinunciare alle opere ed eventualmente restituire gli acconti. Anche questo è già successo.
Con la disponibilità di grandi somme e la necessità di avviare e terminare i lavori da mettere a terra con le procedure di appalto pubblico, è arrivata sul mercato una enorme domanda, che si è andata ad aggiungere a quella generata in tempi precedenti dai bonus e superbonus edilizi ed energetici.
Purtroppo, questa domanda viene dopo un periodo economicamente e socialmente devastante che ha comportato la chiusura di molte aziende, con un asset aziendale consolidato, esperienza comprovata e professionalità specializzate.
Se le aziende hanno chiuso i battenti, è anche vero che le professionalità rimaste si sono reinventate in altri settori oppure si sono rimpiazzate nello stesso settore. Ma ahimè questo non è bastato.
Poiché l’offerta non soddisfa la domanda, c’è stata una proliferazione di imprese improvvisate cioè senza esperienza in gestione di grandi e nemmeno di piccoli cantieri; le stesse stanno ricercando professionalità tecniche, amministrative e operative sul mercato, le quali sono esaurite e che il mondo della scuola o della formazione professionale non sono in grado di fornire per il mismatch che da almeno due decenni scontiamo. Il mondo del lavoro evolve più velocemente di come evolve la scuola.
Questo, inevitabilmente di traduce in lavoratori senza esperienza e competenze, che devono imparare da zero un lavoro specializzato senza i tempi necessari per farlo.
I rischi sono molteplici.
Il primo è legato all’improbabilità di portare a termine i lavori iniziati col PNRR entro il 2026 perché le scadenze delle misure che prevedono il finanziamento dei lavori sono scadenze uguali per tutte le amministrazioni centrali e territoriali d’Italia che hanno ricevuto i fondi.
Le scadenza non sono spalmate o spalmabili in una linea temporale a discrezione dell'ente finanziato e i tempi sono fissi, con tappe intermedie quali ad esempio la data di messa a bando, la data del verbale di consegna del cantiere, il verbale di fine lavori e la rendicontazione. Se non si rispettano i milestones, si restituisce tutto.
Questo vuol dire che tutte le amministrazioni appaltano e appalteranno una grande mole di lavori pubblici con gli stessi milestones. È già iniziato il fenomeno delle gare che vanno deserte.
Pertanto, le ditte qualificate con una storicità, con un’esperienza e capacità alle spalle hanno già acquisito commesse per la loro capacità gestionale, probabilmente sul triennio. Ma non rischiano di prenderne oltre perché si innesta l'altro problema.
Trovatemi un geometra, un ingegnere, un architetto, un geologo, un qualunque professionista tecnico che ad oggi non sia oberato di lavoro (tra bonus, superbonus e PNRR): i cantieri vanno seguiti.
Stesso dicasi per i tecnici del il settore pubblico: i concorsi vanno deserti o partecipano in pochissimi qualificandosi ancora in meno, se non nessuno, perché anche il mestiere del tecnico comunale non si impara a scuola, quindi, occorre quantomeno studiare le leggi specifiche, quindi auto formarsi.
A cascata, si rischia di avere una bassa qualità del lavoro di tutti, poco controllo, poca formazione, poco addestramento e … tanti infortuni e tante opere di scarsa qualità.
La fretta non è mai stata sinonimo di qualità se non a scapito di qualcos'altro e quel qualcos'altro non può certamente essere la vita dei lavoratori o una bassa qualità delle opere che al prossimo terremoto ci faccia ritrovare in prima pagina con palazzi nuovi sbriciolati come biscotti.
L’attenzione deve essere altissima nei cantieri; INL ed Asl hanno aumentato i controlli ed anche i Coordinatori devono essere più attenti e presenti perché il rischio è tangibile.
La preoccupazione è anche che, laddove come tessuto economico riuscissimo a vincere questa sfida, questa bulimia di investimenti nel 2026 finirà e, come aziende e come lavoratori, dovremo fare i conti con il mercato nel post pandemia-PNRR ed evolvere nuovamente.
Saremo in grado di farlo? Avremo imparato la resilienza?
Pubblicato il: 23/02/2023
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