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23 marzo 2016

Interventi e commenti

Genere, età e provenienza in un DVR partecipato: dalla teoria alla pratica

Intervento di Nicola Corsano e Alessandra Marconato, formatori qualificati AiFOS e docenti specializzati nella modalità esperienziale

Genere, età e provenienza in un DVR partecipato: dalla teoria alla pratica

La valutazione dei rischi è pensata per il così detto “uomo medio”. Questo lo si nota dalla forma di scrittura neutra o, meglio, maschilmente neutra. Questo è il motivo per cui è inadatta alle “donne medie” e agli uomini “fuori media”.
Di conseguenza, le misure volte alla riduzione significativa del rischio saranno calate sulla realtà dell’uomo medio, rivelandosi inadatte alle donne medie, alle donne fuori media e agli uomini fuori media.  Si pensi, come esempio, agli aspetti ergonomici, in cui il corpo, come tale, ha una grande rilevanza e mostra in modo visibile e immediato tutti i limiti degli strumenti che devono essere usati dai lavoratori e possono facilitare il lavoro stesso.

Se prendiamo le differenze di genere, valutare i rischi in base a questo parametro significa focalizzare l'attenzione sulla organizzazione del lavoro ponendo attenzione ad elementi fisici e biologici e culturali e sociali che differenziano, innanzi tutto, uomini e donne.
Inoltre, c’è da tenere in considerazione la questione dell’età. Ad oggi si opera una distinzione di base tra semplici lavoratori (di età compresa tra 29 e 50 anni) che non evidenziano alcun rischio collegato all'età, lavoratori giovani (sotto i 29 anni), e i lavoratori maturi o anziani (che hanno più di 50 anni).
Per motivi diversi, la seconda e la terza categoria necessitano di specifiche attenzioni nella valutazione dei rischi. I lavoratori giovani per lo sviluppo fisico che può essere non ancora completo, la mancanza di esperienza lavorativa, la scarsa familiarità con l'ambiente di lavoro; i lavoratori anziani per problematiche di tipo fisico o psichico, come la riduzione della massa e forza muscolare, la diminuzione delle capacità visiva e uditiva, la parziale compromissione delle capacità intellettive e della memoria recente.
Inoltre c’è tutta la questione della provenienza, con le implicazioni relative alla conoscenza linguistica e culturale con la normativa che richiede che il lavoratore proveniente da un altro Paese conosca la lingua italiana.
Ciò che deve essere garantito a rigor di legge sono la “salute” e la “sicurezza” del lavoratore, indipendentemente dal genere, dall’età e dalla provenienza. La difficoltà che i consulenti e formatori devono affrontare è l’individuazione delle “declinazioni di rischio” in base a questi fattori e, di conseguenza, di misure preventive adeguate.

Uno strumento a supporto che sempre più si sta caratterizzando è il DVR partecipato in cui i rischi, le regole e procedure di tutela vengono individuate anche attraverso la partecipazione attiva dei lavoratori.
Chi meglio del lavoratore può dare le informazioni che sono utili al datore di lavoro, al consulente esterno o RSPP per costruire un Documento di Valutazione dei Rischi, che sia veramente completo e aderente alla realtà dei fatti? Si tratta di fare “ricerca sul campo” per individuare le problematiche che interessano veramente il lavoratore e che il lavoratore riconosca come critiche.
Non si tratta di un approccio che ha attinenza con i temi dell’eguaglianza, delle pari opportunità o altro ancora. Si tratta, piuttosto, di vedere la valutazione dei rischi in modo pragmatico, con la constatazione dell’esistenza di differenze oggettive, senza essere discriminatoria.
Inoltre, oltre ad avere il vantaggio di avere un DVR “corretto”, “ben scritto” ed efficace, va ricordato che quando i lavoratori partecipano attivamente al processo di sicurezza si hanno maggiori probabilità che le misure di controllo e gestione dei rischi risultino efficaci.

Il corso Genere, età e provenienza in un DVR partecipato che si terrà il 14 e 15 aprile a Brescia, presso la Direzione Nazionale AiFOS, è progettato volutamente in due giornate con focus specifici. Nella prima si presenteranno la teoria e gli studi sui temi di genere, età e provenienza con un approccio clinico garantito dalle psicologhe del lavoro e delle organizzazioni Manuela Rossini e Francesca Filippini; nella seconda giornata invece con Nicola Corsano si passerà dalla teoria alla pratica: strumenti concreti ed attività esperienziali specificamente ideate per RSPP, ASPP e consulenti.

Il partecipante potrà non solo fare un approfondimento sui temi di genere, età e provenienza ma si porterà a casa un vero kit di attività, esercitazioni e giochi che consentono di approfondire i temi in azienda coinvolgendo i lavoratori.

La frequenza al corso è inoltre valida per l'aggiornamento di RSPP e ASPP di tutti i macrosettori ATECO (16 ore) oppure Formatori qualificati (a scelta tra 12 ore prima area tematica o 12 ore terza area tematica).

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