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L'esperienza di Giacomo Saggioro - RSPP, formatore e facilitatore del metodo LEGO® SERIOUS PLAY® nella sicurezza sul lavoro
I mattoncini LEGO®. Tutti li conoscono, il fatto è che quando mi sono iscritto al corso non ne avevo per niente una passione sfrenata. E durante il giro di presentazioni, sentendo un partecipante raccontare che a casa aveva un’intera stanza dedicata ai modellini, ho sgranato gli occhi e mi sono detto “qui parto svantaggiato”.
Ora, mentre scrivo, mi ritrovo in ufficio con a fianco un armadietto pieno zeppo di kit super accessoriati pronto a trasmettere ai partecipanti dei nostri corsi di formazione tutto quello che ho imparato.
È una breve storia che non vedevo l’ora di raccontare, quindi vado con ordine: lo scorso novembre, per tre giorni, sono stato a Brescia per il primo corso LEGO® SERIOUS PLAY® applicato alla sicurezza sul lavoro. Come ho detto non partivo con l’animo di un fan sfegatato del mattoncino più famoso al mondo, ma comunque molto curioso di sapere cosa avrei portato a casa da questa esperienza.
La mia speranza era di tornare con uno stimolo diverso, un qualcosa di nuovo da presentare in aula durante la formazione, perché il mio cruccio era proprio questo. Di corsi ad oggi ne ho fatti moltissimi, ma oramai stavano iniziando ad “annoiarmi” i soliti metodi utilizzati: articoli di giornale, video, giochi di gruppo non erano più abbastanza. E avevo timore che prima o poi si sarebbe percepito alle orecchie di chi mi stava ad ascoltare per ore. Per farla breve, prima di testare su me stesso il metodo LEGO®, alcune mattine avrei davvero preferito costruire da solo la Millennium Falcon (l’astronave di Star Wars, ottomila pezzi) piuttosto che entrare in aula e uscirne cotto la sera.
E poi c’era, non lo nascondo, un pizzico di scetticismo: possibile che “giocare” con i LEGO® possa diventarmi utile per fare formazione sulla sicurezza?
Il primo giorno di corso a Brescia è stato un’introduzione al metodo LEGO® SERIOUS PLAY®, dal suo sviluppo nei primi anni duemila fino all’applicazione nelle aziende per risolvere problemi o definire obiettivi e strategie. Poco dopo mi sono ritrovato a dover costruire una papera con sei mattoncini e trenta secondi a disposizione, panico! Li assemblo, titubante la posiziono sul tavolo e guardo i modellini creati dagli altri sette partecipanti: tutte le papere sono diverse. Breve spiegazione: l’esercizio si chiama “The Duck” e ciò che cattura da subito la mia attenzione e mi fa dire “wow, che figo” è che a guardarle bene queste papere per quanto diverse tra loro sono tutte degne di essere considerate tali. E quindi, non esiste una papera giusta e una sbagliata.
Questo appena descritto è un punto di partenza fondamentale per capire con quanta potenza ed entusiasmo è in grado di travolgerti il metodo LEGO® SERIOUS PLAY®: il secondo giorno è stato dedicato interamente al “gioco serio”, con regole precise fatta salva un’unica eccezione: sprigionare la creatività, “ascoltare con le mani” e dare forma alla propria idea da portare sul tavolo e raccontare, non distogliendo lo sguardo da ciò che si è rappresentato, perché “il focus deve essere sul modello”. Non c’è tempo per distrarsi ma anzi, la curiosità di scoprire cosa gli altri hanno voluto rappresentare ma soprattutto di spiegare cosa il tuo modellino raffigura ti tengono letteralmente incollato alla sedia e distante dal telefono.
La tematica della sicurezza sul lavoro si spoglia per un attimo di quella sua imponente ombra fatta di rigide regole e problematiche dietro l’angolo, e diventa contenitore di idee e terreno fertile che fa germogliare risposte eccezionalmente concrete.
Raccontare le proprie percezioni sulla sicurezza, parlare di quali problemi ostacolano un RSPP, o di come migliorare il dialogo tra datore di lavoro e preposti, è molto più semplice se fatto con i LEGO®: la formazione non rimane solo teorica, e rappresentarlo costruendo mi aiuta a visualizzare ciò che voglio dire. La frase più gettonata di queste giornate è stata “tocca e spiega”, e ciò fa sì che l’ascolto diventi molto più efficace rispetto ai classici metodi di comunicazione “verbali” perché coinvolge gli occhi oltre alle orecchie.
L’aspetto che più mi ha colpito è l’uguaglianza che si crea in questo contesto: LEGO® SERIOUS PLAY® è uno strumento potentemente democratico dove ogni partecipante ha pari voce in capitolo, a prescindere dal ruolo ricoperto in azienda. Questo permette di creare un ambiente in cui il confronto è sano perché le idee di tutti vengono messe sul tavolo e hanno lo stesso peso, a prescindere da chi le ha rappresentate.
A mio parere le difficoltà durante i corsi di formazione sulla sicurezza sono due: mantenere viva l’attenzione (specie dopo la pausa pranzo) e far parlare le persone. Con il metodo LEGO ® si mette fin da subito in chiaro un concetto importantissimo, “non esistono risposte sbagliate”. Man mano che si prende confidenza con i mattoncini, la paura di sbagliare lascia spazio ai propri pensieri, positivi o negativi che siano trovano una collocazione precisa nella riflessione generale del gruppo e costituiscono un tassello essenziale per arrivare poi alle considerazioni finali.
L’obiettivo di tutto ciò, per nulla scontato, è individuare i famosi “action point”: azioni fattibili, realmente praticabili da subito, che nel mio caso specifico avrebbero dovuto rendere più efficace la comunicazione tra le figure della sicurezza aziendale. Chiedersi perciò “cosa possiamo fare concretamente a partire da domani?”.
Sono uscito da queste tre giornate carico di entusiasmo, con un nuovo potente strumento in tasca e qualche settimana più tardi, tornato in aula per la formazione, dopo aver progettato contenuti e modalità, l’ho subito utilizzato.
Che dire, è stato senza dubbio accolto con grande interesse ed è stata per tutti, me compreso, una ventata d’aria fresca: gli applausi finali e spontanei sono, per chi fa formazione, la gratificazione più grande.
Penso che LEGO® SERIOUS PLAY® applicato alla sicurezza sul lavoro rappresenti il futuro in tema di formazione perché per la prima volta diamo la possibilità, a chi ci ascolta, di sentirsi realmente in un ambiente protetto e, appunto, sicuro: ci regala la totale libertà di esprimersi senza la paura di essere giudicati, in un ambiente dove il facilitatore (e non più formatore!) incalza il gruppo ad essere curioso e introspettivo.
Permette dunque di mettere in atto una vera e propria rivoluzione; il movimento delle mani aiuta la mente a dare forma alle idee, e ci porta dritti al traguardo che ogni giorno ricerchiamo: creare un clima di lavoro piacevole, salvaguardando la sicurezza e la salute delle persone.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
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