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Il presidente AiFOS Rocco Vitale ricorda e omaggia il celebre sociologo spentosi all'età di 85 anni
Ciao Mimmo.
Se ne è andato alcuni giorni fa, all’età di 85, anni il sociologo Domenico De Masi. Un amico personale ed anche di AiFOS. Era intervenuto con una Lectio Magistralis da titolo “Il lavoro nel XXI secolo” (durata 30 minuti) alla presentazione del Rapporto AiFOS del 2015 “Hr & Safety, un legame che crea cultura”. Un tema, ancor oggi, quanto mai attuale per analizzare la collaborazione tra le diverse funzioni aziendali correlate alla gestione delle risorse umane e della sicurezza sul lavoro.
Nel suo intervento il prof. De Masi partiva dall’analisi demografica della popolazione e, citando i dati ed il reddito del lavoro delle persone, ricordava le parole di Vaclav Havel secondo cui il comunismo ha perso ma il capitalismo non ha vinto perché il comunismo sapeva distribuire la ricchezza ma non la sapeva produrre mentre il capitalismo sa produrre la ricchezza ma non la sa distribuire. Da questo assunto esaminava poi le conseguenze portate dal processo tecnologico con tutte le ricadute - positive e negative - sulla vita e sul lavoro.
Eravamo nel 2015, quattro anni prima della pandemia da Covid, e De Masi interveniva lucidamente sulla prossima e grande importanza che avrebbe assunto il telelavoro (di cui era tra i preconizzatori, avendo iniziato ad occuparsene fin dal 1995), poi, pian piano trasformato in lavoro agile fino allo smart working.
L’amico De Masi si era prestato, dando il proprio consenso, allo sviluppo di un corso in e-learning sul telelavoro all'interno del quale abbiamo inserito il capitolo "In principio fu il telelavoro" che riprende le sue parole e idee, e lo vede persino ritratto in forma di "animazione digitale" (durata 3 minuti).
Se ne va un amico che, tra l’altro, molti anni fa era stato docente del nostro Segretario Generale Francesco Naviglio alla Università degli Studi “La Sapienza” di Roma.
Studioso, docente, ricercatore e consulente il suo interesse fu rivolto alla sociologia del lavoro e delle organizzazioni, alla società postindustriale, allo sviluppo e al sottosviluppo, ai sistemi urbani, alla creatività, al tempo libero, ai metodi e alle tecniche della ricerca sociale con particolare riguardo ricerca sociologica.
Dopo una laurea in giurisprudenza a Perugia si trasferisce a Parigi dove consegue il dottorato in Sociologia del Lavoro, diventando allievo di Alain Touraine. Determinante sarà l'incontro con Adriano Olivetti. Da queste due esperienze - Touraine e Olivetti - nasce il paradigma della doppia dialettica di classe che alla classica contrapposizione tra borghesia e proletariato affianca quella di una classe imprenditoriale “illuminata” a una classe imprenditoriale “subalterna e conservatrice”, ma siamo solo all’inizio del percorso che lo riporta all’Università della sua città di adozione.
A Napoli diventa assistente di sociologia all'Università Federico II. Poi alla Sapienza di Roma, dove diventa anche preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione. Suo il concetto - e la definizione - di "ozio creativo" come "unione di lavoro con cui produciamo ricchezza, di studio con cui produciamo sapere e di gioco con cui produciamo allegria. L'insieme di queste tre cose dà origine a quelle che possiamo chiamare ozio creativo". Negli anni del Covid ha ribadito più di una volta il sostegno per l'applicazione del lavoro agile.
Restato importanti i suoi libri e le sue ricerche con particolare menzione per “Il Lavoro nel XXI secolo” edito da Giulio Einaudi nel 2018.
Ciao Mimmo da Rocco Vitale e tutta la nostra comunità.
Pubblicato il: 12/09/2023
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