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Matteo Fadenti intervista Roberto Lucchini, Professore in Medicina del lavoro presso l’Università degli Studi di Brescia e Professore presso la School of Public Health, Florida International University
Il prof. Lucchini ha risposto per la seconda volta alle nostre domande - l’avevamo già intervistato in un precedente numero del giornale degli RSPP sul tema del rapporto Medico Competente ed RSPP nelle sedi estere del MAECI. Il Prof. Roberto Lucchini vanta numerose pubblicazioni scientifiche, tra le più famose, quelle relative agli effetti dannosi a lungo termine delle polveri sottili nei confronti dei soccorritori che sono intervenuti durante l'attacco terroristico dell'11 settembre alle Torri Gemelle di New York (anche in questo caso un tema internazionale).
Questa volta il tema è relativo ad un argomento che abbiamo cominciato a trattare nel precedente numero del giornale, ovvero inquinanti indoor, polveri sottili e sick building syndrome. Per un RSPP è molto importante poter valutare questi rischi negli ambienti di lavoro, poiché le polveri sottili possono provocare danni a breve e lungo termine al lavoratore. Per capire meglio il potenziale danno di questo rischio, abbiamo chiesto al Prof. Lucchini di aiutarci a decifrare il problema.
Matteo Fadenti: Quali danni possono provocare le polveri sottili alla salute a breve termine e quali danni a lungo termine?
Roberto Lucchini: "Gli effetti a breve termine sono dovuti ad esposizioni di entità abnorme che si possono realizzare per particolari condizioni atmosferiche, venti (è nota ad esempio la situazione dei ‘wind days’ del bacino ex-ILVA di Taranto, con aumenti repentini del particolato per ri sospensione ed aumento delle concentrazioni), incendi, crolli (l’esempio più eclatante è quello delle Torri Gemelle, con una conseguente inalazione di polveri di varia granulometria ad altissima concentrazione nel giro di pochi minuti) o particolari condizioni lavorative. L’apparato respiratorio è quello più immediatamente colpito con tosse (vedi la famosa ‘World Trade Center cough’, ascoltabile nei video presi nei momenti successivi all’implosione delle torri) ed attacchi d’asma nei soggetti già affetti da questa patologia.
A lungo termine le polveri sottili hanno invece una azione più “sistemica” che colpisce cioè vari organi ed apparati, attraverso un meccanismo comune che è rappresentato dall’innesco da parte del particolato di meccanismi di infiammazione cronica. I target sono quindi:
È evidente che queste problematiche sono più importanti per quei lavoratori che sono esposti a grandi quantità di polveri. Ma cosa rischiano i lavoratori che lavorano su strada (vigili urbani, giardinieri, ausiliari, ecc.) che sono esposti cronicamente a livelli più o meno alti di polveri sottili? E cosa rischiano i cittadini che vivono nei grandi centri urbani, dove sappiamo esserci livelli importanti di PM? L’abbiamo quindi chiesto al Professore:
MF: Oltre all’inquinamento presente nei luoghi di lavoro, quanto incide sulla salute l’inquinamento dell’ambiente in generale?
RL: "I dati epidemiologici evidenziano un aumento di mortalità legato all’inquinamento generale, che per l’Italia si attesa a circa 54 decessi ogni 100.000 abitanti asseguito di infezioni polmonari, tumori di trachea e bronchi, cardiopatia ischemica, infarto, broncopneumopatia cronica ostruttiva dovuti all’inquinamento (secondo dati del 2019 dell’Organizzazione Mondiale Della Sanità)".
MF: Come può il medico competente aiutare l’RSPP nella valutazione del rischio chimico legato alla presenza di inquinanti aerei e polveri? Che tipo di collaborazione deve esserci tra queste due figure?
RL: "Come sempre la chiave sta nella stretta interazione multidisciplinare fra chi conosce gli aspetti medici e le possibili ripercussioni sanitarie e chi ha le cognizioni tecniche per poterle ridurre o addirittura eliminare. Si tratta di instaurare una collaborazione ai massimi livelli di aggiornamento e preparazione specifica che questo lavoro richiede, data la costante rapida acquisizione di nuove conoscenze che sono fondamentali per poter conoscere e affrontare i rischi per la salute e la sicurezza".
MF: Perché è importante valutare la granulometria delle polveri?
RL: "Perché di per sé una particella di 2,5 micron di diametro si è dimostrata essere più nociva di una particella di 10 micron di diametro, per cui l’attenzione è stata spostata su questa granulometria più fine che consente alle particelle di penetrare maggiormente attraverso le barriere biochimiche dell’organismo. Non è però solamente un problema di diametro, la pericolosità deriva anche dalle componenti veicolate, che possono essere sia di tipo chimico che biologico".
MF: Oltre alle polveri, un altro grande problema sono le fibre. perché queste possono essere così pericolose?
RL: "La loro pericolosità è data dalla cancerogenicità espletata da fibre (e microfibre) di amianto e loro derivati, che penetrano fino alla pleura che avvolge il polmone, si depositano in placche calcifiche, e possono degenerare in mesoteliomi anche a distanza di 30-40 anni dalla loro inalazione".
MF: Per concludere, ci può fare una breve panoramica sulle conclusioni emerse dai suoi studi sull’effetto negativo delle polveri sui soccorritori intervenuti durante le operazioni di soccorso dell’11 settembre?
RL: "Io mi dedico maggiormente alle ripercussioni neurologiche a lungo termine, per cui si osservano disturbi cognitivi che sono indipendenti da patologie di salute mentale, ma che abbiamo osservato si trovano in associazione con la durata dell’esposizione a polveri durante le attività svolte sulle macerie di Ground Zero. A maggior distanza dal crollo, le poveri di granulometria maggiore che si erano sviluppate inizialmente si sono via via depositate al suolo lasciando il posto alle particelle più fini. Abbiamo osservato che da un lato gli effetti respiratori risultano a carico dei lavoratori che intervennero nei primi giorni inalando polveri di granulometria maggiore, mentre quelli cognitivi sono più a carico di chi ha lavorato più a lungo ed ha quindi inalato particelle più fini, in grado di accedere al sistema nervoso anche più direttamente, attraverso la via olfattiva. Tutto ciò purtroppo in quasi totale assenza di DPI adeguati e di monitoraggi delle concentrazioni atmosferiche che oggi è invece fattibile con innumerevoli strumenti che misurano le concentrazioni anche in tempo reale, come abbiamo potuto sperimentare nel crollo più recente di Miami Beach nel luglio 2021".
Le pubblicazioni del Prof Lucchini, compresi gli studi sull’impatto sanitario dell’11/9 si possono visualizzare su NCBI My Bibliography.
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