Una sommaria valutazione dei rischio e delle misure preventive da adottare. Approfondimento di Felice Bonvini, esperto di progettazioni elettrotecniche, valutazione dei rischi e formazione nei luoghi Atex (www.felicebonvini.it)
In questo articolo voglio soffermarmi su un settore lavorativo che ci riguarda da vicino nelle nostre città e soprattutto le aziende che si occupano del recupero, deposito o trattamento dei rifiuti umidi urbani tipo discariche, impianti di recupero ed evidenziare gli aspetti critici di questi luoghi o processi in ambito Atex. Ovviamente sono informazioni base ed è consigliabile che un professionista Atex ne curi tutti gli aspetti tecnici.
Il focus finalizzata a fornire una panoramica tecnica e ingegneristica sull'applicazione delle normative ATEX (Atmosphères Explosibles), del Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/08) e delle norme CEI EN 60079-10-1 e CEI EN 60079-10-2 negli impianti di recupero, stoccaggio e processi dei rifiuti umidi urbani.
Gli impianti di recupero dei rifiuti umidi urbani svolgono un ruolo fondamentale nel trattamento dei rifiuti organici prodotti nelle aree urbane. Tuttavia, a causa della presenza di sostanze infiammabili o esplosive, è necessario adottare misure di sicurezza appropriate per prevenire il rischio di esplosioni e garantire la protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Le Normative di riferimento base per la gestione della sicurezza negli impianti di recupero dei rifiuti umidi urbani sono:
- Direttiva ATEX (2014/34/UE): la Direttiva ATEX stabilisce i requisiti essenziali di sicurezza e di salute per gli impianti che operano in ambienti con potenziali atmosfere esplosive. Essa si applica all'attrezzatura e ai dispositivi di protezione utilizzati negli impianti di stoccaggio, recupero e trattamento dei rifiuti organici. Tale direttiva si può definire di PRODOTTO.
- Direttiva 94/92/CE: è una normativa europea che riguarda il controllo dei rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose e che stabilisce le disposizioni di prevenzione e controllo degli incidenti rilevanti. Tale direttiva si può definire SOCIALE.
- Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (Testo Unico sulla Sicurezza): il D.Lgs. 81/08 disciplina la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e stabilisce gli obblighi degli imprenditori per prevenire e ridurre i rischi legati all'attività lavorativa, compresi quelli connessi all'uso di attrezzature e sostanze pericolose.
- Norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano): il Comitato ha emesso una serie di norme tecniche che definiscono i requisiti e le procedure per l'installazione e la gestione degli impianti elettrici e degli impianti a rischio esplosione. Le norme CEI, come ad esempio la CEI EN 60079-10-1 e la CEI EN 60079-10-2, forniscono linee guida specifiche per la sicurezza degli impianti in ambienti potenzialmente esplosivi.
- Valutazione del rischio ATEX (Titolo XI D.Lgs. 81/08): la valutazione del rischio ATEX è la fase cruciale nella gestione della sicurezza negli impianti di recupero dei rifiuti umidi urbani. Essa permette di identificare le potenziali aree a rischio di esplosione, valutare la probabilità di formazione di atmosfere esplosive e determinare le misure preventive e protettive necessarie.
L'identificazione delle zone pericolose secondo la norma CEI EN 60079-10-1, ossia le zone pericolose per gas e vapori infiammabili possono essere suddivise in Zona 0, Zona 1 e Zona 2.
Lo studio della classificazione delle aree dipende dalla frequenza e dalla durata della presenza di una miscela esplosiva. Nel caso delle polveri combustibili, la norma CEI EN 60079-10-2 prevede la suddivisione in Zona 20, Zona 21 e Zona 22, a seconda della frequenza e della durata della presenza di una nuvola di polvere combustibile. Poi dovranno essere presi in considerazione anche gli strati depositati che potrebbero diventare potenziali emissioni.
Un esempio di valutazione del rischio ATEX, per illustrare la valutazione del rischio di esplosione in un impianto di recupero dei rifiuti umidi urbani che utilizza un digestore anaerobico per la decomposizione dei rifiuti organici, può essere:
- Zona pericolosa per gas infiammabili: La zona intorno al digestore anaerobico può essere classificata come Zona 2, in quanto è improbabile che una miscela esplosiva di gas o vapori sia presente in condizioni normali di esercizio, ma se presente, sarà solo per breve tempo.
- Zona pericolosa per polveri combustibili: Nel caso in cui si verifichi la formazione di polveri combustibili durante il processo di recupero dei rifiuti umidi, la zona intorno ai filtri e ai separatori può essere classificata come Zona 21, in quanto è probabile che una nuvola di polvere combustibile sia presente in condizioni normali di esercizio.
- Le sostanze pericolose e limiti di esplosività (LEL% e UEL% - LEL - Lower Explosive Limit e UEL - Upper Explosive Limit) durante il trattamento dei rifiuti umidi, possono essere presenti e possono creare potenziali atmosfere esplosive tipo:
Metano (CH4)
- LEL: 5% volume
- UEL: 15% volume
Il metano è un gas infiammabile prodotto durante il processo di decomposizione anaerobica dei rifiuti umidi. È importante mantenere la concentrazione di metano al di sotto del LEL% per evitare il rischio di esplosione.
Idrogeno solforato (H2S)
- LEL: 4.3% volume
- UEL: 46% volume
L'idrogeno solforato è un gas tossico e infiammabile che può essere generato anch'esso durante il processo di decomposizione anaerobica dei rifiuti umidi. È necessario monitorare attentamente la presenza di idrogeno solforato nell'ambiente e mantenere la sua concentrazione al di sotto del LEL% per garantire la sicurezza degli operatori.
Si consiglia di fare riferimento alle schede di sicurezza specifiche per le sostanze utilizzate nel processo di trattamento dei rifiuti umidi, in quanto queste forniranno informazioni dettagliate sui limiti di esplosività e sulle misure di sicurezza necessarie per la manipolazione e la gestione sicura delle sostanze pericolose.
Le misure di sicurezza e dispositivi di prevenzione/protezione una volta identificate le zone pericolose e le sostanze pericolose coinvolte, è necessario adottare misure di sicurezza adeguate a prevenire o ridurre al minimo il rischio di esplosione negli impianti di recupero dei rifiuti umidi urbani.
Queste misure possono includere:
- Utilizzo di attrezzature conformi alle normative ATEX, alle norme CEI pertinenti e a standard di sicurezza riconosciuti.
- Installazione di sistemi di ventilazione adeguati a ridurre la concentrazione di sostanze infiammabili o polveri combustibili.
- Adozione di procedure operative sicure per la gestione dei rifiuti, inclusa l'eliminazione corretta delle sostanze pericolose.
- Utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI) appropriati per i lavoratori che operano nelle zone pericolose.
- Monitoraggio e manutenzione. La sicurezza degli impianti di recupero dei rifiuti umidi urbani richiede un costante monitoraggio e una regolare manutenzione degli impianti e delle attrezzature. È fondamentale effettuare controlli periodici per verificare l'integrità delle attrezzature ATEX, la corretta funzionalità dei sistemi di ventilazione e l'efficacia complessiva delle misure di sicurezza adottate.
Nei luoghi di lavorazione dei rifiuti umidi urbani, possono verificarsi diversi potenziali inneschi che possono causare esplosioni. Di seguito sono elencati alcuni dei potenziali inneschi efficaci più comuni che potrebbero manifestarsi in tali ambienti:
- Errori di manutenzione: Una manutenzione inadeguata o irregolare di attrezzature e macchinari può portare a guasti o malfunzionamenti, creando potenziali inneschi. Ad esempio, una manutenzione insufficiente delle connessioni elettriche può causare cortocircuiti, scintille o surriscaldamento.
- Sistemi di illuminazione non conformi: L'utilizzo di apparecchi di illuminazione non conformi alle norme di sicurezza ATEX o la presenza di lampade danneggiate può generare scintille o temperature elevate, rappresentando un potenziale innesco in presenza di sostanze infiammabili o polveri combustibili.
- Errori nella gestione delle sostanze infiammabili: Una cattiva gestione delle sostanze infiammabili presenti negli impianti di trattamento dei rifiuti umidi, come il mancato stoccaggio corretto o l'uso improprio di contenitori, può aumentare il rischio di inneschi. Fughe, spruzzi o sversamenti di sostanze infiammabili possono generare atmosfere esplosive.
- Utilizzo di attrezzature non idonee: L'utilizzo di attrezzature non a prova di esplosione o non conformi alle normative ATEX in aree a rischio esplosione può costituire un innesco. Ad esempio, l'utilizzo di attrezzature elettriche e non elettriche standard in zone classificate come potenzialmente esplosive possono generare scintille o surriscaldamenti.
- Errori nelle procedure operative: Errori umani come l'uso improprio di attrezzature, l'omissione delle procedure di sicurezza, la negligenza o la mancanza di formazione adeguata possono aumentare il rischio di inneschi. Ad esempio, l'operazione errata di valvole o il mancato rispetto delle procedure di avviamento e spegnimento possono causare fughe di sostanze infiammabili o l'accumulo di pressione pericolosa.
- Accumulo di polveri combustibili: L'accumulo di polveri combustibili derivanti dal trattamento dei rifiuti umidi urbani può rappresentare un serio rischio di innesco. La presenza di polveri combustibili in concentrazioni sufficienti, insieme a fonti di ignizione come scintille o fiamme aperte, può causare esplosioni.
- Guasti delle apparecchiature di sicurezza: I guasti delle apparecchiature di sicurezza, come rilevatori di gas, sistemi di spegnimento automatico o dispositivi di protezione contro le esplosioni, possono compromettere la prevenzione degli inneschi efficaci e aumentare il rischio di incidenti.
Questi sono solo alcuni esempi di parti di impianti, macchinari o errori umani che possono creare inneschi efficaci negli impianti di recupero dei rifiuti umidi urbani. È fondamentale adottare misure preventive adeguate, compresa l'adeguata formazione dei lavoratori, la manutenzione regolare delle attrezzature, l'uso di apparecchiature a prova di esplosione e l'implementazione di procedure operative sicure per mitigare tali rischi e garantire un ambiente di lavoro sicuro. Le Norma UNI 1127-1 può aiutare lo studio inerente agli inneschi con particolare attenzione alle cariche