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Le riflessioni di Paolo Pascucci e Angelo Delogu, rispettivamente professore ordinario e assegnista di ricerca in diritto del lavoro all’Università di Urbino Carlo Bo, in un intervento sulla rivista Diritto della Sicurezza sul Lavoro
Vi proponiamo un interessante approfondimento curato dal Prof. Paolo Pascucci e da Angelo Delogu, rispettivamente professore ordinario e assegnista di ricerca in diritto del lavoro dell’Università di Urbino Carlo Bo, che affronta il più recente e dibattuto quesito derivante dalla pandemia di Covid-19, vale a dire quello relativo all'obbligo vaccinale.
Dibattito che - si legge nel testo - "non pare destinato a perdere rilievo con l’auspicabile tramonto della pandemia poiché induce a riflettere attentamente sul modo con cui sono stati finora intesi alcuni concetti e dati normativi del diritto della sicurezza sul lavoro".
Partendo dal presupposto che "qualsiasi ragionamento sul tema della vaccinazione non può ignorare cosa ha rappresentato la pandemia per il mondo intero e quali sono state e sono ancora le terribili conseguenze umane ed economiche che ha determinato", nel saggio si ribadisce ancora una volta che "un intervento legislativo volto ad obbligare a vaccinarsi - auspicato pressoché da tutti nel dibattito - costituirebbe l’unica ragionevole soluzione del problema in quanto solo così si potrebbe restituire razionalità al sistema ed alla dinamica che promana sia dall’art. 2087 c.c. sia dal d.lgs. n. 81/2008. Infatti, tutte le soluzioni che si propongono, in mancanza della legge ad hoc, rischiano di rivelarsi per vari aspetti inappaganti sotto diversi profili".
Uno spunto interessante fornito da Pascucci e Delogu è sicuramente "la presunta mancata generalizzazione della misura della sorveglianza sanitaria, apparsa tanto più anacronistica proprio con l’esplosione dell’emergenza pandemica".
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