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25 giugno 2025

Interventi e commenti

La sicurezza sul lavoro tra NORMA e NORMAlità

I cantieri sono soggetti a numerosi obblighi di norma, ma nella normalità tutto è differente. Editoriale di Stefano Farina

La sicurezza sul lavoro tra NORMA e NORMAlità

Dopo anni di anteprime e bozze, abbiamo finalmente finito di guardare il nuovo accordo stato regioni sulla formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che già il valzer riparte con le nuove bozze relative al Decreto Legge che detta “Disposizioni per favorire la salute e sicurezza sul lavoro” ed allora molti si concentreranno sul dettagliare eventuali difficoltà applicative, modifiche da introdurre, problematiche interpretative e via dicendo, ed intanto… Intanto la vita trascorre come niente fosse, quando si accede a molti cantieri si rilevano criticità sempre più evidenti, molte volte dovute a:

  • Piani di sicurezza fotocopia che non contengono nemmeno le condizioni minime previste dalle norme (zero planimetrie, pochi costi della sicurezza, procedure di sicurezza che non hanno nessuna attinenza con il lavoro, riferimenti a cantieri analoghi che nulla hanno a che vedere con quello oggetto dei lavori, ecc. ecc.)
  • POS sempre più “standardizzati” e speculari uno con l’altro, ovvero totalmente privi dell’individuazione “delle misure preventive e protettive, integrative rispetto a quelle contenute nel PSC, adottate in relazione ai rischi connessi alle proprie lavorazioni in cantiere”, dove, se abbiamo fortuna, troviamo esclusivamente i dati dell’impresa (ma a volte nelle varie pagine non c’è nemmeno l’univocità del nome del datore di lavoro”)
  • Datori di lavoro di imprese che sono entrate nel mondo dei cantieri senza rendersi conto dei propri obblighi e di quelli della propria impresa. In questo caso sono abbastanza pessimista dell’efficacia dei nuovi corsi che i datori di lavoro dovranno obbligatoriamente frequentare in base ai nuovi ASR2025 (in particolare per quelli erogati in e-learning),
  • Professionisti che vedono l’attività di coordinamento come “un riempitivo rispetto ad altri incarichi” (cit.),
  • Tempi di ultimazione dei lavori sempre più ristretti e che non tengono conto di cronoprogrammi, diagrammi, durata delle singole lavorazioni, ma solo di scadenze normative per rientrare nelle contribuzioni, nel piano di vendita dell’immobile ultimato, o nei tempi di apertura del punto vendita commerciale

Ed allora viene naturale chiedersi (l’ho già fatto in altri editoriali del Giornale dei Coordinatori, ma penso sia importante riprendere questo aspetto): ma il continuo stillicidio di nuove norme e regole che senso ha quando ad oggi non si riesce a far rispettare le regole esistenti?

Concordo che bisogna migliorare, ma migliorare non vuol dire ogni volta rimettere in gioco quanto già fatto in precedenza e modificare, anche sostanzialmente le regole, senza tenere conto di quanto già fatto.

Un primo esempio: Gli ASR 2025 sulla formazione hanno confermato l’obbligo di aggiornamento lavoratori con cadenza quinquennale, ma nell’edilizia l’aggiornamento deve essere triennale (disposizioni contrattuali per i contratti di lavoro di alcune realtà del settore delle costruzioni   - ne avevamo parlato nel numero 10 dell’ottobre 2022), ed allora perché non tenerne conto nell’emanazione degli accordi?

Altro esempio: ma sei io datore di lavoro faccio effettuare la formazione nell’ambito  di corsi realizzati dalla Provincia autonoma di Bolzano, in accordo con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nell’ambito di specifici progetti pilota (così come previsto dai citati ASR 2025), perché essi non avranno validità in Lombardia (in base alla DELIBERA REGIONE LOMBARDIA N.4515- (DL) RECEPIMENTO ACCORDO TRA LO STATO, LE REGIONI E LE PROVINCIE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO, N. 59 DEL 17 APRILE 2025)?  Ovvero questi lavoratori non sono idonei a lavorare in Lombardia semplicemente perché viene meno il rispetto di regole condivise a livello nazionale e non approvate da una o l’altra regione?

Per non parlare della Patente a Crediti, dove ad oggi (23 giugno 2025 data di stesura di questo editoriale) non abbiamo ancora la possibilità di vedere quanti punti hanno le ditte iscritte al portale INL, o accedendo al Portale INL troviamo ancora scritto che a partire dal 01.01.2025 sarà possibile indicare i requisiti aggiuntivi di cui all'art. 5 del Decreto (ma in realtà ciò non risulta possibile).

Ed intanto tra NORME, accordi, delibere, ecc. ecc., i cantieri procedono con il loro tran tran, con imprese che non sono imprese, lavoratori autonomi che non sono lavoratori autonomi, coordinatori per la sicurezza che non sanno nemmeno se hanno completato gli aggiornamenti obbligatori oppure no. Una NORMAlità che, vedendo i numeri degli infortuni, dove si esulta se vi è una diminuzione di zero, punto percentuale, non deve stupire, ma che lascia basiti

  • i lavoratori che rispettano le regole e che si vedono presi in giro dai colleghi che le regole non le rispettano tanto sanno di rimanere impuniti,
  • gli impresari onesti e preparati che fanno della sicurezza sul lavoro il loro mantra e che si vedono sfuggire gli appalti od i Clienti perché la sicurezza ha un costo (e nessuno evidenzia i costi della non sicurezza)
  • dei tecnici che eseguono correttamente il proprio lavoro e che si sentono magari dire: “il suo collega è molto meglio” e quanto approfondisci l’argomento ti precisano che in cantiere  “non lo vediamo mai, viene solo per far firmare le carte del sopralluogo e poi va via”, oppure: “ma lui il POS – che è quello che consegniamo sempre - non ce l’ha contestato”, forse perché non l’ha nemmeno letto (e quando lo leggi scopri che è stato redatto in conformità alla 494/96 e per una tipologia di lavori che quell’impresa non fa e non ha mai fatto).

Ma è questa la NORMAlità. Forse è giunta l’ora che i controlli siano efficaci ed a tappeto e non solo “formali”, ma “effettivi”.

Questo editoriale non deve trarre in inganno, vi sono anche cantieri nei quali le regole vengono rispettate, il PSC sono redatti correttamente, i POS tengono conto dei rischi dei lavoratori, il coordinatore per la sicurezza entra in cantiere per svolgere i compiti a lui attribuiti dalla legge, i tempi di ultimazione sono quelli necessari al rispetto della sicurezza e della programmazione dei lavori, però quando parli con chi i cantieri li vive tutti i giorni, sembra che tali cantieri siano una netta minoranza.

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