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Le false partite Iva dei lavoratori edili over 65

Dai manovali con partita IVA all’età che si alza nei cantieri: l’altra faccia del comparto dell’edilizia. Il pensiero di Maurizio Della Valentina, socio AiFOS iscritto ai Registri Professionali

 

iva-over-65.jpgÈ scontro tra Inal e Fillea-Cgil sui dati degli infortuni nell'edilizia. L'istituto sostiene che si siano dimezzati, ma Fillea replica che tutta l'attività del settore si è notevolmente ridotta e quindi non c'è un vero miglioramento. È solo un'illusione statistica.
Inoltre, molti incidenti, secondo Fillea, non verrebbero neppure più denunciati perché il sommerso la fa da padrone.
Le organizzazioni sindacali di categoria evidenziano che si stia alzando l'età media dei lavoratori infortunati sul lavoro, come dimostrano episodi recenti, a cadenza quotidiana.

Le responsabilità e le colpe sono da individuare nella riforma Fornero, perché a 67 anni, un conto è lavorare dietro una scrivania e un altro è salire su un'impalcatura.
Ma andando oltre le polemiche e le responsabilità sui numeri, la filiera produttiva dell'edilizia è sicuramente quella che esce in condizioni peggiori dal post-pandemia, ed è proprio qui che si annidano, più che altrove, le false partite IVA.

Le istituzioni in merito, affermano che non è concepibile ci siano singoli addetti con la partita IVA, eppure incrociando i dati degli uffici competenti (Camera di Commercio e Agenzia delle Entrate), si può stimare, come in Italia, ce ne siano grosso modo nel settore più di 500.000, di cui più del 50% è rappresentato da lavoratori stranieri.

I dati del Ministero del Lavoro sono particolarmente illuminanti: mentre scendono gli occupati dipendenti, circa del 3,5%, aumentano considerevolmente i lavoratori autonomi, circa del 16,5%.

Con la crisi derivata dalla pandemia il mercato italiano del mattone si è notevolmente ristretto, perdendo la metà degli addetti e delle ore lavorate.

La maggior parte delle grandi imprese italiane ormai fattura il 70% all'estero, e l'unica realtà che continua a offrire occasioni di lavoro nel nostro paese è la ristrutturazione delle abitazioni private, soprattutto grazie agli incentivi governativi.
Questo tipo di interventi è coperto nella maggioranza dei casi da piccole imprese, che in genere hanno una struttura formata da pochi dipendenti in regola e il resto in nero.

Il settore è destrutturato amministrativamente nel suo ruolo imprenditoriale, a guidare di fatto le aziende ci sono dei consulenti esterni che sovraintendono a tutte le attività. Propongono il part-time agli operai, per poi spingerli ad aprire la partita IVA pur di conservare un impiego già a rischio, andando così a creare una mezza evasione contributiva e complicando la situazione previdenziale degli stessi a causa dei periodi di vuoto lavorativo tra un cantiere e l'altro, costringendoli di conseguenza a rimanere in attività oltre i 65 anni.

In conclusione, ad oggi pochissimi nostri giovani entrano a far parte del settore edilizio e i vuoti sono riempiti da lavoratori stranieri, per lo più provenienti dai paesi dell'Est europeo.
Più di 300.000 possiedono partita IVA ed hanno un inquadramento molto spesso bloccato alla qualifica di manovale, a dimostrazione di come le imprese al momento dell'assunzione, lo facciano solo nella fascia più bassa del quadro.


Pubblicato il: 20/10/2022

 

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