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Le ultime tendenze nella gestione della sicurezza sul lavoro dalla BSN 2019

Le riflessioni Riccardo Borghetto al rientro da Orlando, dove ha preso parte in rappresentanza di AiFOS all'evento di riferimento sui temi della sicurezza comportamentale

 

Sentire parlare di sicurezza sul lavoro fuori dall’Italia è come andare a respirare in montagna. Tutt’altra aria. Ogni tanto è opportuno anche per avere un punto di vista totalmente diverso.

In Italia si perde tempo in infinite discussioni su aspetti burocratici. Al contrario, nella BSN 2019, la conferenza più importante negli Stati Uniti sulla Behavioral Safety che si è chiusa da poco a Orlando (Florida), i temi attorno ai quali si discute sono le performance di sicurezza, certificazione da parte del CCBS (Cambridge Center for Behavioral Studies) delle aziende più virtuose in termini di performance, sviluppo di cultura della sicurezza, leadership e controllo efficace dei comportamenti, motivazione, coinvolgimento, sostenibilità, gestione della sicurezza in contesti ad altissimo rischio.

Nella BSN 2019 si sono alternati molti relatori delle più grandi società di consulenza al mondo nell’ambito della Behavioral Safety, accomunati da un approccio pratico, concreto, orientato ai risultati sostenibili nel lungo periodo, e basato su evidenze empiriche. Ciò che le grandi aziende vogliono. Nelle aziende migliori vi è stato un netto miglioramento nella gestione della sicurezza.

Il contributo della Behavioural Science ha permesso di capire e migliorare molti aspetti. Una criticità segnalata da più relatori è l’utilizzo di strategie di management “datate” che impediscono il progresso:

  • uso di indicatori reattivi (indici di frequenza e gravità);
  • incentivi erogati quando non ci sono incidenti che riducono il numero di segnalazioni;
  • l’uso eccessivo di conseguenze punitive che impediscono la proliferazione della cultura della fiducia;
  • non cercare le cause “sistemiche” che impattano sul comportamento;
  • cercare a tutti i costi l’obiettivo “Zero infortuni” con tecniche sorpassate.

Il miglioramento in ambito sicurezza sul lavoro si può ottenere tramite:

  • indicatori proattivi (comportamentali);
  • sviluppo della Safety Leadership;
  • più safety coaching e meno vigilanza sanzionatoria;
  • una reale comprensione delle cause sistemiche del comportamento a rischio, la cui eliminazione può portare a soluzioni sostenibili;
  • definire obiettivi diversi da “Infortuni zero”: L’obiettivo “infortuni zero” indica che un infortunio non sarà tollerato e questo di fatto rende indeterminato l’obiettivo;
  • totale trasparenza accettando anche dati inizialmente brutti prima del loro miglioramento.

Un altro tema su cui le aziende si devono concentrare, e soprattutto in Italia, ove a fronte di una riduzione generale degli infortuni minori si assiste a un appiattimento degli infortuni mortali è quello degli infortuni con conseguenze serie o fatali, che in inglese si chiamano SIFs.

Non posso esimermi dal sottolineare che l’approccio europeo spinge a valutare “tutti i rischi”, dando molta enfasi a concetti di sicurezza di genere, età e provenienza, stress lavoro correlato e altri temi “nuovi”, mentre le statistiche degli infortuni mortali dal punto di vista della dinamica sono molto simili a quelle di cinquantanni fa: caduta dall’alto, fulminazione, spazi confinati, uso di macchine e attrezzature, eccetera. Forse sarebbe il caso che anche nel vecchio continente si dedicasse maggior tempo e attenzione alle cause reali degli infortuni mortali.

Nella BSN 2019 è emerso che le attività da svolgere sono:

  • identificazione dei rischi “fatali”;
  • definire regole salva vita “life saving rules” sui comportamenti (cioè regole che l’organizzazione ritiene inviolabili e per le quali è previsto il licenziamento);
  • checklist di controllo sui punti critici;
  • osservazioni Behavior Based Safety (BBS) tra colleghi;
  • osservazioni BBS da parte dei leader;
  • politiche per la gestione del potere di “fermare il lavoro” (stop work) e di rinforzo nei confronti di chi attua tale comportamento, quando serve;
  • costruire la fiducia.

L’eccellenza nella sicurezza richiede di sapere esattamente dove si va a parare: quindi le cattive notizie devono essere non solo accettate ma rinforzate. Deve essere chiaro a tutti che le conseguenze naturali e organizzative non supportano il reporting di cattive notizie e dei near miss.

E chiudo con la citazione di un ottimo libro che esplicita meglio di questo sintetico post i contenuti qui sopra riportati: si tratta di “Safe By Accident?” di Judy Agnew & Aubrey Daniels.
Qui il link per acquistarlo: https://www.aubreydaniels.com/safe-accident


Pubblicato il: 24/10/2019

 

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