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RIschi e pericoli collegati all'elettrificazione del parco auto mondiale. Un'approfondimento a cura di Livio Zago, ex Capo Reparto Esperto e Istruttore professionale dei Vigili del Fuoco presso il Comando Provinciale di Padova
Dalla prima Ford Model T del 1908, le autovetture ci hanno accompagnato nella nostra vita quotidiana fino ad oggi, radicando nelle persone abitudini e convinzioni difficili da cambiare. Benzina e gasolio sono stati i nostri carburanti convenzionali, con l’integrazione di GPL e Metano.
L’evoluzione tecnologica ha scardinato gli schemi radicati negli anni: oggi, parlare di auto elettriche è diventato normale; le vendite di questi veicoli stanno aumentando in maniera esponenziale, sia per la forte spinta economica delle case costruttrici, sia per i cospicui incentivi introdotti dallo Stato. Il settore della mobilità elettrica sta diventando una realtà sempre più consolidata. In questo scenario emerge una domanda: siamo certi che siano state fornite tutte le informazioni sulla sicurezza agli utenti che, ogni giorno, utilizzano queste autovetture sulle nostre strade? Questo è il primo quesito da chiarire tramite una formazione specifica e certificata ai nuovi proprietari, erogata prima della consegna dell’autovettura. Inoltre, si segnala la questione della manutenzione (complessa e rischiosa), ma in questo caso non si evidenziano particolari lacune: le case automobilistiche stanno formando in maniera sistematica nuovi tecnici specializzati.
Oltre alle categorie citate finora, vanno menzionati anche i carrozzieri e tutto il personale adibito al recupero delle auto EV (Electric vehicle) a seguito di incidenti stradali o incendio, che dovrà essere adeguatamente istruito in merito ai rischi di elettrocuzione e di eventuale successivo incendio. Infatti, la recente casistica riporta alcuni episodi di riaccensione spontanea della batteria ad alta tensione; a questo proposito è consigliabile la quarantena dell’auto in una zona aperta per circa cinque giorni.
Le auto elettriche, prima di essere messe in vendita, devono superare numerosi crash test sulla sicurezza del veicolo e, quindi, si possono ritenere sicure tanto quanto le auto con motori endotermici.
Ad ogni modo, il rischio di elettrocuzione per le persone non va sottovalutato, considerando che le batterie ad alta tensione che alimentano i motori elettrici erogano tra i 400 e 800 volt in corrente continua DC (direct current). Altri componenti da monitorare con attenzione sono i cavi arancioni HV (high voltage) di alta tensione che, anche se cablati adeguatamente, in caso di danneggiamento nella loro parte isolante possono diventare fonte di elevato rischio per le persone.
Figura 1. Schema cablaggio cavi di un’auto EV
Figura 2. Cablaggio cavi HV sotto scocca
Figura 3. Cavo ad alta tensione nel dettaglio
Trattandosi di una tecnologia relativamente recente, il prodotto riferito all’auto EV ha di fatto rivoluzionato le consuete abitudini e le convinzioni di tutti noi.
Tale sviluppo tecnologico ha reso necessaria l’introduzione di nuove figure professionali: nella Norma CEI 11-27/1, in accordo con la Norma CEI EN 50110-1, vengono riportate le definizioni relative al personale, con lo scopo di armonizzare le interpretazioni in merito alle categorie di professionisti operanti nel settore della mobilità elettrica, e alle loro mansioni.
In particolare, si introducono le seguenti definizioni:
Dunque, la mobilità elettrica è da considerarsi sicura. Tuttavia, deve essere accompagnata da un nuovo quadro normativo che definisca i punti critici in maniera chiara, oltre alla formazione di tutte le persone che ricoprono ruoli determinanti per garantire la sicurezza dei prodotti.
Ad esempio, nelle Linee guida per l’installazione di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici (Circolare 05 novembre 2018, n° 2) sono presenti termini come Hybrid, Mild hybrid, Plug-in, Phev, Bev, i quali identificano modelli di auto e tipologie di alimentazione diverse tra loro, la cui conoscenza è fondamentale per i soccorritori in caso di incidente stradale o incendio. A questo proposito risultano indispensabili le schede di sicurezza, dove si possono individuare rapidamente tutte le componenti a rischio dell’autovettura.
Le Rescue Sheets (schede di sicurezza) riepilogano in modo standardizzato le informazioni riguardanti la posizione dei componenti potenzialmente pericolosi quali airbag, pretensionatori, serbatoio del carburante, cavi elettrici o batterie ad alta tensione, che potrebbero rappresentare un rischio sia per gli occupanti rimasti intrappolati nel mezzo, sia per gli stessi soccorritori. Per i veicoli ibridi o elettrici le informazioni sono più dettagliate.
Figura 4. Esempio di Rescue Sheets
Figura 5. Esempio di Rescue Sheets
Figura 6. Esempio di Rescue Sheets
L’European New Car Assessment Programme (Euro NCAP), insieme all'Associazione Internazionale dei Servizi Antincendio e di Soccorso, (The International Association of Fire & Rescue Services - CTIF), ha raccolto tutte le Rescue Sheets disponibili nel nuovo applicativo "Euro Rescue". L'applicazione, scaricabile gratuitamente sia nella versione Android che iOS, può essere utilizzata sia online, sia offline e consente ai soccorritori di accedere alle informazioni anche quando la copertura della rete nel luogo dell'incidente è scarsa o assente. Una seconda App disponibile è Rescuecode. Quest'anno NCAP verificherà la conformità alle norme ISO del contenuto delle Rescue Sheets fornite dai costruttori nella valutazione delle nuove auto. Per i veicoli più "vecchi" le Rescue Sheets non sono sempre conformi alle norme ISO o fruibili in più lingue. Oggi questi strumenti sono disponibili in inglese, francese, tedesco e spagnolo: dal 2022 si aggiungeranno tutte le altre lingue europee, compreso l'italiano.
Nel mondo dell’Automotive, il Fenomeno del “Thermal runaway” sta ad indicare un incremento graduale e inarrestabile della temperatura delle batterie HV. Si tratta di un processo chimico che inizia generalmente intorno ai 65°/70° C e coinvolge i componenti e i materiali che costituiscono il cuore della batteria.
Il processo di combustione, nel caso di batterie Li-Ion (agli ioni di litio) si autoalimenta, sviluppando ossigeno e generando così un fenomeno di autocombustione difficile da spegnere. Le cause principali che scatenano questa reazione sono:
In tutti questi casi, la temperatura continuerà a salire fino a causare l’accensione spontanea di un singolo modulo o di alcuni moduli che, per reazione a catena, si propagherà a tutto il complesso della batteria HV.
A seguito di un incidente importante, è opportuno monitorare attentamente la batteria di un’auto EV con termo-camera, onde evitare il superamento della temperatura critica. Ovviamente in questo caso o per un incidente stradale, chiamate subito i Vigili del Fuoco 115 o il numero unico di emergenza 112 (NUE).
Figura 7. Principio di incendio in fase di ricarica
Questa disamina non ha la pretesa di chiarire tutte le questioni non ancora risolte, ma fornisce alcune utili indicazioni. Concludendo, per il parcheggio dei veicoli elettrici sono auspicabili indicazioni particolari oltre ad informazioni specifiche per gli automobilisti. Resta da istruire tutto il personale Medico 118 che interviene in supporto ai Vigili del Fuoco nei casi di incidente stradale, che spesso operano all’interno dell’abitacolo, oltre a tutte le forze dell’Ordine che eventualmente interagiscono con queste tipologie di autoveicoli.
Figura 8. Integrazione di squadre nel soccorso
Figura 9. Integrazione di squadre nel soccorso
Figura 10. Incendio a seguito urto violento
Figura 11. Indicazioni di una casa automobilistica per lo spegnimento della batteria HV
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