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A cura di Claudio Delaini, ingegnere specializzato nella sicurezza dei macchinari certificazione CE con esperienza come perito di parte nei processi penali e civili in tema di sicurezza sul lavoro
Qualche giorno fa ero al tribunale di Cremona in veste di perito di parte che assistevo al processo penale inerente un infortunio. Mentre guardavo e ascoltavo con attenzione ho realizzato che manca un corso o una guida che racconti come deporre in tribunale e cosa scrivere nella perizia che verrà depositata. Anni fa ho seguito un master in ingegneria forense e questa parte era mancante, ne ho parlato con Matteo Fadenti che mi ha invitato a scrivere questo articolo.
Premetto che sto parlando del perito della difesa e non dell’accusa: il ruolo è completamente diverso e va gestito di conseguenza.
Ricordo che in un processo penale ci sono due squadre:
Il Giudice è parte terza, non sa niente di cosa è successo e apprende la storia durante il dibattimento. Questo è il particolare che determina tutto.
Il Giudice ha fretta perché ha sempre troppi procedimenti da seguire rispetto al tempo a disposizione. Farà di tutto per accelerare.
Il Giudice può leggere e studiare solo gli atti che sono stati depositati durante il dibattimento e può farsi una idea ascoltando i testimoni ed i periti.
Il testimone risponde alle domande poste dal PM e dall’avvocato. Se sono testimoni dell’accusa è il PM a porre le domande per primo e gli avvocati di seguito, se sono testimoni della difesa avviene il contrario. Durante il dibattimento gli avvocati ed il PM possono usare le SIT (sommarie informazioni testimoniali) raccolte durante le indagini solo per ricordare al testimone quanto aveva detto poco dopo l’infortunio.
Eh si, perché c’è un ulteriore variabile da gestire. Il dibattimento avviene molti anni dopo l’infortunio e la maggior parte dei testimoni, compresa la vittima risponderanno alle domande dicendo: “non mi ricordo”. Cercate di immedesimarvi nella veste del Giudice che deve decidere se appoggiare la verità processuale della difesa o della accusa.
Perchè la chiamo verità processuale?
Perché di solito nessuno era presente durante il funesto evento e l’accusa propone una ricostruzione plausibile.
Quindi cosa deve fare il perito della difesa?
Deve lavorare insieme al suo avvocato per creare una storia comprensibile e credibile agli occhi del Giudice. Bada bene, parto dal presupposto che nessuno menta e che tutti facciamo del nostro meglio, sia accusa che difesa. Perchè dalla colpa ti difendi, dal falso non hai scampo.
Quindi devi pensare a come pensa il Giudice, devi pensare che il Giudice non è mai stato sul luogo dove è avvenuto l’infortunio.
Devi pensare che il Giudice non ha mai visto il macchinario, non sa come funziona e non sa le competenze necessarie ad usarlo. Sei tu perito che devi farglielo vedere con le tue parole e con la tua perizia scritta.
Quindi quando deponi porta delle foto che mostrino di cosa parli, le parole non arrivano dove arriva una immagine. Concorda con l’avvocato su cosa conviene mettere in luce e cosa omettere. Con il tuo racconto devi portare il Giudice a vedere quello che racconti e a condividere la tua opinione.
Prima mostra come si lavora senza infortunio, poi mostra il nesso causale. Evidenzia che la posizione di garanzia che doveva tutelare la vittima non è per forza solo quella del tuo cliente. Gli articoli di legge e le norme tecniche mettile come allegato alla perizia, non citarne troppe in dibattimento. Crei solo confusione. Mentre parli tutte le persone presenti in tribunale non erano presenti durante l’infortunio. Nessuno sa veramente la verità.
La verità sei tu se te la sai giocare bene.
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