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Un approfondimento a cura di Claudio Delaini, ingegnere specializzato nella sicurezza dei macchinari ed autore del volume “Non desiderare la colpa d’altri”
Lavoro quotidianamente con tantissimi RSPP che si trovano ad analizzare mille questioni e problemi in fabbrica e non possono fisicamente sapere tutto. Quando arrivo da un cliente nuovo mi interfaccio spesso con RSPP e manutentori. I primi guardano che nessuno si faccia male, i secondi vogliono che le macchine si rompano poco e funzionino al meglio. Spesso le due funzioni non vanno molto d’accordo.
Il problema di come vengono gestite le macchine dal punto di vista sicurezza ha tre facce. La prima faccia riguarda l’aspetto documentale. La seconda faccia riguarda l’aspetto della formazione di chi lavora su quel macchinario. La terza, ma non per questo ultima faccia riguarda del rischio reale della macchina. Tutte e tre le facce si intersecano e si influenzano a vicenda.
Partiamo dalla prima: l’aspetto documentale. Spesso e volentieri la parte documentale è lasciata un po’ perdere dai costruttori, viene vista come un costo impossibile da sostenere. Possiamo dire che ci sono degli errori comuni che si possono far correggere mandando una mail al costruttore.
Primo errore comune: citare la direttiva bassa tensione in presenza della direttiva macchine. La direttiva bassa tensione è compresa dalla nuova direttiva macchine come descritto al res 1.5.1 che recita:
Allegato I direttiva 2006/42/CE
1.5.1. Energia elettrica
Se la macchina è alimentata con energia elettrica, essa deve essere progettata, costruita ed equipaggiata in modo da prevenire o da consentire di prevenire tutti i pericoli dovuti all'energia elettrica.
Gli obiettivi di sicurezza fissati dalla direttiva 73/23/CEE si applicano alle macchine. Tuttavia gli obblighi concernenti la valutazione della conformità e l'immissione sul mercato e/o la messa in servizio di macchine in relazione ai pericoli dovuti all'energia elettrica sono disciplinati esclusivamente dalla presente direttiva.
Come potete vedere, citarla è come ammettere di non aver mai letto l’allegato I della 2006/42/CE.
Secondo errore molto diffuso: ricevere copia del manuale di uso e manutenzione è un vostro diritto, ed è un vostro diritto ottenerlo in Italiano. Anche in questo caso il riferimento legislativo è la Direttiva Macchine:
Allegato I direttiva 2006/42/CE
1.7.4. Istruzioni
Ogni macchina deve essere accompagnata da istruzioni per l'uso nella o nelle lingue comunitarie ufficiali dello Stato membro in cui la macchina è immessa sul mercato e/o messa in servizio.
Le istruzioni che accompagnano la macchina devono essere «Istruzioni originali» o una «Traduzione delle istruzioni originali»; in tal caso alla traduzione deve essere allegata una copia delle istruzioni originali.
In deroga a quanto sopra, le istruzioni per la manutenzione destinate ad essere usate da un personale specializzato incaricato dal fabbricante o dal suo mandatario possono essere fornite in una sola lingua comunitaria compresa da detto personale.
Inizia a controllare queste due cose: non sono cosi banali come sembra.
Passiamo alla seconda faccia: la formazione specifica da fare sul macchinario. Chi formo? Cosa insegno? Dove trovo le informazioni?
Le macchine industriali sicure al 100% non esistono, le macchine che rispettano tutti i RES della direttiva macchine sono rare. Un buon RSPP dovrebbe leggere le avvertenze del manuale di uso e manutenzione del macchinario e trovare i rischi residui che il costruttore non ha risolto.
La formazione dovrebbe riguardare quei rischi residui e trasmettere agli operatori una via condivisa di come gestirli. La formazione non dovrebbe fermarsi a far firmare un verbale ma dovrebbe essere un modo per condividere la consapevolezza di quei rischi. Sulla base di questo dovrebbe essere creato del materiale informativo da consegnare agli operatori e da appendere alla macchina.
Capita sovente che gli operai dicano “non ricordo” durante le SIT che la ATS fa dopo gli infortuni. Leggere quel manuale di permette di avvertire il datore di lavoro dei rischi residui in modo tale che lui possa decide il da farsi. Il nostro ruolo è quello di avvertire e informare, noi non coordiniamo e non decidiamo nulla. Non gestiamo poteri di spesa e non organizziamo il lavoro delle persone. Il nostro ruolo ci obbliga a fornire al datore di lavoro le informazioni utili, di avvertirlo.
In ultimo - e siamo al terzo e utlimo, ma non meno importante, aspetto - dobbiamo controllare la macchina. Dobbiamo controllare che la macchina non abbia rischi palesi inaccettabili. Dobbiamo valutare il rischio del lavoro reale che gli operatori fanno sul macchinario. Questo vuol dire controllare cosa fanno durante l’attrezzaggio, l’incrostamento, il setup della macchina.
Cosa devono fare i manutentori? Dove sono le valvole di regolazione? Si va in quota? Le pulsantiere dove sono? Riesco a vedere quello che attivo?
In un articolo non riesco a dirimere tutte le cose da guardare, ma gli errori tipici che troviamo sono:
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
Tel 030.6595031 - Fax 030.6595040 | C.F. 97341160154 - P. Iva 03042120984
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