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Le riflessioni di Riccardo Borghetto, direttore del CFA Lisa Servizi srl, consulente di direzione in ambito HSE, gestione dei comportamenti e Behavior Based Safety
Quando muore un minore in un infortunio sul lavoro è un dramma per tutta la società e un dolore straziante per la famiglia che non riesce a trovare la logica di un evento del genere. Poco dopo l’evento, è difficile vedere la questione dal un punto di vista razionale. Si ha il bisogno di un capro espiatorio, di un colpevole, di un qualcosa cui attribuire il fallimento del sistema per trovare un senso.
Molti commentatori trovano nell’alternanza scuola lavoro l’elemento debole, che dovrebbe essere o eliminato e corretto. Qualche altro professionista trova che il problema è la mancanza di formazione degli studenti avviati in azienda. Anche se una piccolissima minoranza di criminali utilizza tale strumento per avere manodopera gratuita, la grandissima maggioranza delle imprese utilizza correttamente tale strumento, spesso conscia del valore sociale di tale attività a beneficio degli studenti e delle scuole.
Obiettivi dell’alternanza scuola lavoro
Ricordiamo che gli obiettivi dell’alternanza scuola lavoro sono:
Spesso tramite l’alternanza scuola lavoro le aziende sono maggiormente riconoscibili dal territorio per il proprio impegno e ruolo sociale.
I rischi presenti nell’ambiente di lavoro e nella società
Molti dei rischi presenti nell’ambiente di lavoro riguardano tutte le persone che a qualsiasi titolo sono presenti. Anche se ovviamente i più esposti sono i lavoratori, in misura minore sono esposti anche appaltatori, visitatori e in generale terzi presenti nell’ambiente di lavoro a qualsiasi titolo, come appunto gli studenti in alternanza scuola lavoro.
Anche se la situazione è migliorata nel corso del tempo, la situazione reale delle industrie e soprattutto piccole e micro imprese, è ancora di presenza di situazioni ad alto rischio, che si traduce raramente in infortuni, più spesso a mancati infortuni. Il rischio è sempre presente.
Anche se il mondo ideale è quello del rischio zero, nel mondo reale non si può escludere a priori qualsiasi rischio, anche per un minore in alternanza scuola lavoro.
I tutor e tutti i soggetti coinvolti cercheranno di fare il possibile, ma il rischio rimane, nel momento in cui lo studente mette piede nell’area di lavoro. Negli uffici, la situazione è a bassissimo rischio: nei reparti produttivi, se vogliamo che uno studente possa “vedere” come si fa, possa chiedere al tutor che cos’è un attrezzo di lavoro, come si usa ecc., dobbiamo accettare un minimo livello di rischio. Il rischio zero non esiste. Non esiste nemmeno quando uno studente va a scuola a piedi, in bicicletta o in auto: le statistiche ufficiali dicono che abbiamo circa 600 pedoni morti/anno, 250 morti in bicicletta, 750 in moto e oltre 1500 in auto. Non è a rischio zero andare in gita scolastica, non lo è andare sulle giostre, nemmeno stare all’interno di un’aula scolastica.
Per un genitore che ha perso il proprio figlio in una attività considerata scolastica questo non è accettabile. È comprensibile. A livello di società, non possiamo non accettare un rischio residuo, altrimenti non esisterebbe nessuna fabbrica, nessun mezzo di trasporto, nessuna sostanza chimica, nessuna giostra con cui giocare, nessuna gita scolastica. Non esisterebbe la società.
Non è la formazione dello studente in alternanza l’elemento critico, ma il livello di sicurezza dell’organizzazione ospitante. Livello che impatta tutti quelli che a qualunque titolo sono presenti nell’azienda, a partire dai lavoratori.
Come operatori di settore dobbiamo sforzarci di elevare al massimo il livello di sicurezza delle organizzazioni, di diffondere la cultura della sicurezza di tutti gli attori, dai datori di lavoro ai lavoratori e soprattutto dei preposti. Dobbiamo far aumentare la percezione che determinati comportamenti sono pericolosi e come tali inaccettabili. Ed è questo che va insegnato ai lavoratori e anche agli studenti in alternanza.
Una proposta operativa
Per ridurre al minimo la probabilità di infortunio si potrebbe mettere un requisito di qualificazione minima che le organizzazioni devono possedere per poter ospitare studenti in alternanza scuola lavoro. Tale requisito minimo potrebbe essere:
Potremmo pensare anche ad altri indicatori sulla figura del tutor. Ma dobbiamo essere consci che questo riduce il rischio, ma non garantisce l’assenza assoluta di rischi. Nulla garantisce il rischio zero, ma almeno alziamo l’asticella.
La cessazione immediata dell’alternanza scuola lavoro porterebbe una riduzione delle conoscenze e delle opportunità per gli studenti di oggi, futuri lavoratori di domani.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
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