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Contributo di Carlo Soricelli, curatore dell’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro di Bologna
Era il sei dicembre 2007 quando ci fu la tragedia della ThyssenKrupp di Torino, dove morirono 7 operai bruciati vivi in un turno di notte. Ero da poco andato in pensione, pensavo di potermi dedicare finalmente all’arte, la passione della mia vita. Mi hanno sempre definito un artista sociale perché le mie opere sono quasi tutte impegnate in tal senso: ho denunciato tutte le problematiche del nostro tempo da 50 anni. Fu un’enorme tragedia che mi colpì morto: avevo già fatto dagli anni ottanta opere su infortuni mortali nelle fabbriche, ma queste era una tragedia enorme. Cercai notizie sul numero di morti del 2007, ma le notizie più recenti avevano sei mesi e anche un anno, erano dell’INAIL.
"Ma come?" pensai: "con i mezzi tecnologici di adesso, non riescono neppure a monitorare i morti sul lavoro in tempo reale?" Con l’aiuto dei miei figli Elisa e Lorenzo creammo delle tabelle Excel dove registravamo tutti i morti sul lavoro: c’era Il giorno della tragedia, la provincia e la regione dell’evento, l’età della vittima, la sua identità, la professione, la nazionalità e cenni sulle modalità dell’infortunio mortale. Il 1° gennaio 2008 iniziai questo lavoro volontario molto impegnativa che mi impegna diverse ore al giorno. Ma già dopo sei mesi mi accorsi che c’era qualcosa che non andava. Come mai mi risultano più morti che diffonde INAIL? Eppure c’erano delle tabelle Excel che parlavano chiaro. Dopo qualche anno si è capito il perché, INAIL non fa un monitoraggio delle vittime, ma raccoglie solo le denunce che gli arrivano dal territorio e solo dei suoi assicurati. Intere categorie, come per esempio gli agricoltori, non sono assicurati a questo istituto, e solo gli schiacciati dal trattore sono stati 158 nel 2021 e già 10 quest’anno a morire in modo così orrendo, dal 2008 oltre duemila.
Da quell’anno sono morti oltre ventimila lavoratori e quasi la metà di questi sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere che per lo Stato sono considerati giustamente morti sul lavoro. Da quell’anno hanno visitato l’Osservatorio oltre tre milioni di cittadini, in molti anche dall’estero: probabilmente fanno una comparazione con il loro Paese. Ma con la politica è difficile avere un confronto, nonostante ogni mese spedisco migliaia di mail, mai un parlamentare si è interessato a queste tragedie, che si vede non li coinvolgono.
Dal 2008 c’è stato un aumento dei morti sui luoghi di lavoro, di oltre il 9%, e questo nonostante lo Stato spende miliardi di euro sulla sicurezza. Ultimante sembra ci sia un risveglio delle coscienze e tutti parlano delle morti sul lavoro, anche se concretamente ancora non si vede nulla. Ma io continuo, fino a quando ne avrò le forze. Per me fare questo lavoro volontario con l’Osservatorio è una naturale continuazione della mia attività artistica e lavorativa.
Osservatorio Nazionale morti sul lavoro di Bologna: https://cadutisullavoro.blogspot.com/
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