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26 settembre 2025

Interventi e commenti

Una stanza tutta per me

Da Virginia Woolf alle nostre ferie da poco concluse, il passo è breve. Parola di Adele De Prisco

Una stanza tutta per me

“L'unica vita eccitante è quella immaginaria.
Appena metto in moto le rotelle nella mia testa non ho più molto bisogno di soldi o di vestiti, e neppure di una credenza, un letto a Rodmell o un divano”
(Virginia Woolf, 21 aprile 1928)

Nel gennaio del 1928 fu chiesto a Virginia Woolf di tenere due conferenze presso i collegi femminili di Girton e Newnham sul tema “Le donne ed il romanzo”. Nonostante la reticenza della scrittrice a parlare in pubblico, lei non volle sottrarsi, poiché l'argomento  riguardava molto da vicino la sua vita di donna e di professionista.

Quanto da lei prodotto per le due occasioni fu pubblicato un anno più tardi con il titolo “Una stanza tutta per sé”.

Il testo di Virginia Woolf è uno splendido saggio, a tratti lucido ed analitico, a tratti onirico e visionario, che offre alle giovani donne consigli pratici per emanciparsi, attraverso il lavoro, da una società profondamente maschilista. Esso si propone anche come strumento di scoperta e di attuazione della propria vocazione, e come manuale per credere ancora nelle possibilità dell’immaginazione.

Ho letto questo saggio un po' di tempo fa, quando ancora frequentavo l'università. Sono un'accanita lettrice di romanzi storici e mi affascinano, in particolare, quelli dedicati alle figure femminili della storia di ogni tempo e latitudine. Ne sono attratta perché, attraverso le storie di vita di queste donne, a volte di alto rango a volte di umile condizione  rivivo le mie stesse passioni, le mie paure, le sfide della vita quotidiana, compresa quella di conciliare vita/lavoro/famiglia. Come ha scritto Virginia Woolf, quando sono immersa nella lettura, “metto in moto le rotelle nella mia testa non ho più molto bisogno di soldi o di vestiti, e neppure di una credenza, un letto a Rodmell o un divano”.

Virginia Wolf sostiene che, per produrre letteratura o qualsiasi forma d’arte, alle donne servono l’indipendenza finanziaria ed uno spazio personale, dove sfuggire alle costanti richieste del mondo. Siamo certi che la scrittrice non ha conosciuto le call su Zoom, lo stillicidio di notifiche che quotidianamente compulsano i nostri dispositivi e le sirene dei social. Tutti ostacoli ed interruzioni che ci portano via dal flusso dei pensieri importanti, scippano idee, costanza e determinazione.

Abbiamo noi un’idea ben chiara di quale sofferenza emotiva e psicologica infligga, alla lunga, la sensazione di non fare mai abbastanza, anche quando la checklist quotidiana è tutta spuntata?

Eppure, sappiamo bene quanto il riposo sia fondamentale per rigenerare il corpo e la mente, poiché ripara i tessuti, ricostituisce le riserve energetiche, consolida le memorie e rafforza il sistema immunitario. Senza un adeguato riposo, il corpo subisce stress e sovraccarico, con conseguente stanchezza, minore concentrazione, aumento dell'irritabilità ed un'alta probabilità di infortuni.

Tutto ciò accade anche nelle organizzazioni di lavoro, dove è indispensabile garantire ed assicurare adeguati periodi di pausa e riposo durante il corso dell’anno lavorativo, anche per prevenire lo stress lavoro correlato.

Evocato quasi un secolo fa da una scrittrice che sapeva anticipava i tempi, questo necessario ed indispensabile spazio di intimità e di rigenerazione fisiologica e psicologica non è solo uno spazio fisico, ma anche metaforico: è il luogo della mente a cui si accede attraverso la libertà intellettuale, che non si consegue senza un'adeguata indipendenza economica, negata per secoli al genere femminile e non solo.

Il termine "vacanza" deriva dal vocabolo latino vacantia, che significa "tempo libero, tempo privo di impegni di lavoro". La vacanza rappresenta, quindi, un "vuoto" da riempire in piena libertà e a proprio piacimento.

In questo tempo di vacanza estiva appena trascorso, care socie e cari soci, “la mia stanza tutta per me” è diventata un tempo ed uno spazio protetto, in cui ho considerato il multitasking un pensiero eretico, ove ho ritrovato il filo dei pensieri interrotti dallo stress quotidiano e dalle numerose interferenze dovute al lavoro ed ho onorato, per così dire, il mio lavoro creativo.

Ed è in questa temperie che ha preso vita questo numero del Giornale dei Formatori, in cui potrete leggere la seconda parte dell’intervista che ho realizzato ad alcuni membri di Sofia Aifos e diversi contributi di colleghi, consulenti e formatori, che ci raccontano, con testi e immagini, le loro preziose esperienze ed i loro interessanti vissuti professionali.

Buona lettura!

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