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16 gennaio 2019

Interventi e commenti

Una conferma del modello partecipativo quale via privilegiata per la prevenzione e le tutele della salute e sicurezza sul lavoro dalle Parti sociali per il settore industria

Cinzia Frascheri sull' intesa tra Confindustria e Cgil, Cisl, Uil, circa i temi della salute e sicurezza sul lavoro

Una conferma del modello partecipativo quale via privilegiata per la prevenzione e le tutele della salute e sicurezza sul lavoro dalle Parti sociali per il settore industria

Nel marzo del 2018, al termine di un percorso di confronto e di analisi del sistema economico-produttivo del nostro Paese, Confindustria e Cgil, Cisl, Uil, sono giunte a siglare un accordo, da subito denominato “Patto della fabbrica”, ponendosi congiuntamente l’obiettivo di realizzare «un ammodernamento del sistema delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva al fine di contribuire fattivamente alla crescita del Paese, alla riduzione delle diseguaglianze nelle distribuzione del reddito, alla crescita dei salari, al necessario miglioramento delle competitività attraverso l’incremento della produttività delle imprese, al rafforzamento dell’occupabilità delle lavoratrici e dei lavoratori e alla creazione di posti di lavoro qualificati».

Posti a pilastri fondanti del rinnovato dialogo, l’impegno di agire per la centralità delle imprese nell’economia e la centralità della persona nella società e nel lavoro, nel Patto emerge con chiarezza e forza la piena condivisione (e l’intento di una precisa ri-affermazione), nel ritenere fondamentale e necessario, quanto insostituibile, il ruolo delle parti sociali, non solo nel mondo del lavoro, ma nel più ampio contesto sociale, considerato il sempre più evidente affievolimento del confine tra questi due mondi (dal punto di vista economico, ma non meno, da quello relativo alle garanzie e alle tutele, tenuto conto della non più netta separazione tra il tempo dedicato all’una e l’altra dimensione).

Interpretando a pieno lo spirito, gli obiettivi e l’impegno di concretezza racchiusi nel Patto, il lavoro di interazione tra le Parti coinvolte, lo si è fin da subito inteso orientare, anche in questo caso, verso l’elaborazione di un documento, al fine di fissare i punti nodali frutto di intesa, indicare i percorsi di intervento condivisi, pianificare un programma d’azione congiunto, intendendo così, da un lato, stringere un accordo di reciproco impegno, al quale eventualmente richiamarsi e, dall’altro, rendere pubblica l’articolazione oggetto della condivisione, mandando così chiari segnali alle istituzioni, alla politica e all’intero sistema produttivo ed economico, rivolgendosi anche in modo diretto alle imprese e, dunque, ai lavoratori.

Il 12 dicembre del 2018, veniva così siglato da Confindustria e Cgil, Cisl, Uil, l’intesa dal titolo «Salute e sicurezza attuazione del patto della fabbrica», concludendo un lavoro serrato di confronto e di chiarezza reciproca, ma aprendo ad un percorso di lavoro, a tappe programmate, di grande rilievo e dagli effetti di sicuro ampio impatto, sul livello nazionale delle relazioni, con tutti i diversi attori della prevenzione, così come anche nei riguardi delle realtà lavorative.
Composta sostanzialmente di due parti, l’Intesa ha tra i suoi più significativi meriti quello di ricomprendere al suo interno, come parte integrante, l’«Accordo interconfederale sulla rappresentanza e pariteticità in materia di salute e sicurezza», con il quale le Parti, dopo ben ventitré anni, hanno rivisto integralmente l’Accordo interconfederale del 22 giugno del 1995.

Fai clic qui per leggere il contributo di Cinzia Frascheri - giuslavorista, Responsabile nazionale CISL salute e sicurezza sul lavoro, Componente ufficiale della Commissione consultiva permanente, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali - pubblicato integralmente su Diritto della Sicurezza sul Lavoro, n. 2/2018.

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