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30 giugno 2021

Noi e voi

Esposizione a fattori di rischio psicosociale nella gig economy

I rischi dati da isolamento fisico e sociale, gestione algoritmica e sorveglianza digitale, mobilità lavorativa e carriere indefinite

Esposizione a fattori di rischio psicosociale nella gig economy

Il termine "gig economy" (in italiano "economia a chiamata") si riferisce a un sistema di mercato in cui le aziende o singoli richiedenti assumono lavoratori per svolgere brevi incarichi. Queste transazioni sono mediate attraverso piattaforme di lavoro online, che esternalizzano il lavoro a una platea geograficamente dispersa o assegnano il lavoro a individui in un'area specifica. Nell'ultimo decennio, la diversificazione delle attività mediate dalle piattaforme di lavoro online è aumentata notevolmente. Oltre ai rischi specifici associati a questi diversi tipi di attività, esistono anche rischi psicosociali legati al modo in cui il lavoro a chiamata è organizzato, progettato e gestito. Lo scopo del lavoro svolto da Pierre Bérastégui, ricercatore della European Union Trade Institution (ETUI) e docente di ergonomia congnitiva all'Università di Liegi, è fornire una panoramica completa di questi rischi, identificando le lacune della ricerca e le strategie per affrontarli.

I lavori tipici della gig economy generano sfide per i lavoratori in tre grandi aree, noon del tutto nuove al mondo del lavoro ma che costituiscono un'estensione radicale di tendenze preesistenti e precedentemente svincolate:

  • Isolamento fisico e sociale. I compiti sono svolti individualmente, senza contatto e spesso in competizione con i compagni di lavoro, quindi con conseguente mancanza di supporto sociale sul posto di lavoro, un offuscamento dei confini tra lavoro e vita personale e difficoltà a stabilire un identità professionale coerente.
  • Gestione algoritmica e sorveglianza digitale. Il monitoraggio costante e le tecniche di gestione automatizzata contribuiscono ad alimentare un ritmo di lavoro sempre più frenetico, mancanza di fiducia verso la piattaforma e pronunciate asimmetrie di potere che limitano le opportunità dei lavoratori di sviluppare forme efficaci di voce interna.
  • Mobilità lavorativa e carriere indefinite. Dal momento che la natura stessa della gig economy si basa su incarichi a breve termine che forniscono lavoro solo per un periodo di tempo limitato, i lavoratori sperimentano persistenti sentimenti di insicurezza lavorativa e si cimentano in varie forme di lavoro emozionale per preservare l'occupabilità.

Ognuna delle tre dimensioni sopra citate dovrebbe essere considerata come un continuum, con possibili variazioni tra le varie tipologie di lavoro. Ad esempio, l'isolamento potrebbe essere meno pronunciato per i lavoratori a chiamata che forniscono servizi fisici, data la natura maggiormente interattiva delle piattaforme dedicate alle attività fisiche. Allo stesso modo, l'indeterminatezza della carriera può essere meno rilevante per quella minoranza di liberi professionisti online coinvolti in progetti a lungo termine o che lavorano con stabilità per lo stesso committente. Tuttavia, tutti i lavori mediati da piattaforme online o algoritmi presentano in qualche grado o forma una espressione di ciascuna di queste dimensioni. I tre fattori individuati sono quindi parte integrante della stessa realtà e, nel loro insieme, definiscono la gig economy come un nuovo paradigma per rapporti di lavoro e responsabilità.

Il documento è scaricabile in lingua inglese a questo link: https://www.etui.org/publications/exposure-psychosocial-risk-factors-gig-economy

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