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Pubblicata da Regione Lombardia la prima identificazione delle aree prioritarie: 18 mesi per effettuare le rilevazioni negli ambienti di lavoro sotterranei e al piano terra
La Regione Lombardia ha pubblicato in data 28 Giugno 2023 sul BURL SO nr. 26 la prima identificazione delle aree prioritarie ex D. Lgs. 31 luglio 2020, n. 101. Scopo del Decreto è quello di sensibilizzare la popolazione rispetto ad un rischio ubiquitario e sinora poco percepito, ma reale: basti pensare che secondo l’Istituto superiore di sanità sono 900 all'anno solo in Lombardia i casi attesi di tumore al polmone legati al radon respirato indoor. Secondo la mappatura effettuata da ARPA Lombardia, i comuni individuati come “aree prioritarie” sono 90 per un totale di 195mila persone.
Il Correttivo al Decreto radiazioni Ionizzanti, D. Lgs. 25 novembre 2022, n. 203 ha più recentemente introdotto in capo ai datori di lavoro l’obbligo di effettuare le misurazioni della concentrazione di Radon per i luoghi di lavoro in locali semisotterranei e situati al piano terra localizzati nelle "aree prioritarie". Tali rilevazioni vanno effettuate entro 18 mesi dall'individuazione, si ha tempo quindi fino alla fine del 2024.
Le “aree prioritarie” non sono le uniche in cui il problema esiste, bensì quelle in cui si è ritenuto di dare una priorità agli interventi di sensibilizzazione, che devono essere estesi a tutta la popolazione. Poiché non esiste un valore soglia al di sotto del quale il rischio è nullo, ci si aspetta in realtà che il numero di casi di tumore al polmone attribuibile al radon sarà maggiore nelle aree più densamente abitate che sono ubicate nella fascia di pianura, anche se in queste zone le concentrazioni di radon indoor sono mediamente più basse.
Il gas Radon (Rn) è un inquinante di origine naturale presente in modo ubiquitario nell’ambiente in cui viviamo e che negli ambienti chiusi può raggiungere livelli particolarmente elevati. È un prodotto del decadimento nucleare del Radio (Ra) all’interno della catena di decadimento dell’Uranio 238 (U) che porta alla formazione del Radon 226 che emette una particella che decade in Radon 222 o comunemente chiamato “gas Radon”. Inodore incolore e insapore, quindi non percepibile dai nostri sensi, se inalato proprio per le sue caratteristiche radioattive è pericoloso per l’uomo in quanto può essere la causa dell’insorgere di patologie tumorali polmonari: l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) lo ha inserito nel gruppo 1 delle sostanze certamente cancerogene per l'essere umano.
Scopri le Aree prioritarie a rischio radon in Lombardia sul sito ARPA
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