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L'ultima frontiera del benessere occupazionale? Ore di permesso per assistere gli animali domestici
Se si fa riferimento al benessere lavorativo, il cosiddetto welfare aziendale, non si può prescindere dal menzionare il nuovo contratto integrativo siglato a Nogara (Verona) dalla sede italiana di una multinazionale - attiva nella produzione di packaging per bibite – dove l’accordo prevede, tra l’altro, il permesso di otto ore l’anno per la cura degli animali domestici. Ciò significa che ci si potrà assentare dalle ore di lavoro in modo giustificato per curare il cane, il gatto, il coniglio, il pappagallo e perfino le iguane o i serpenti. Oltre a questa voce - come ben ha evidenziato Roberto Rho in un articolo su Repubblica.it - è prevista anche l’introduzione di una sorta di “maggiordomo” aziendale vale a dire una persona che, una volta al mese, si fa carico delle commissioni per i dipendenti.
Non a caso sul sito dell’azienda in questione capeggia il motto we’re your can do, let’s do and will do, vale a dire siamo il tuo "si può fare", "facciamolo" e "lo faremo", che, seppur rivolto ai clienti, ben rende lo spirito rivolto ad un accrescimento del awareness aziendale, mai come in questa occasione orientato non solamente verso l’esterno.
Alla luce di queste e altre indicazioni, il contratto siglato apre nuovi scenari e allarga i confini del welfare aziendale: certamente non si tratta soltanto di lungimiranza, visto che da parte del management è anche un modo per trasformare gli aumenti salariali in benefici reali che l’azienda può proporre ai dipendenti senza grandi esborsi a tutto vantaggio della formazione e del welfare.
In generale, sono ormai quasi 6 su 10 le aziende che mettono a disposizione dei dipendenti almeno un servizio di welfare. Soltanto nel 15,8% dei casi (oltre il 30% per le aziende con più di 100 dipendenti) il contratto prevede la possibilità di convertire i premi in welfare. Tra i nuovi accordi aziendali, almeno uno su tre ha un contenuto di welfare. E più cresce il numero dei contratti, più si allarga il ventaglio delle opzioni a favore dei dipendenti.
Tra gli altri contratti integrativi recentemente siglati ne citiamo un altro, nel vicentino, che si basa sui bisogni delle famiglie con figli e che concede fino a 2.500 euro per i bambini da zero a tre anni, spendibili in rette degli asili nido, fino a 1.500 per i bambini delle materne, fino a mille per elementari e medie (libri di testo, materiale scolastico, gite e campi estivi). Altre aziende “illuminate” poi hanno previsto possibilità di sostegno per i familiari anziani o non autosufficienti o, piuttosto, servizi di trasporto collettivo.
Insomma, la strada è aperta: e certamente il tema del benessere aziendale sarà uno di quelli su cui poggeranno i nuovi rapporti con il personale aziendale.
Fonte Repubblica.it: https://www.repubblica.it/economia/2019/02/12/news/ore_pagate_per_curare_il_cane_cosi_cambia_il_welfare_in_azienda-218974314
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