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I dati rilevati dall'Istituto al 31 dicembre rivelano alcuni dati in controtendenza. Forte crescita anche delle malattie professionali
Nel 2023 sono state protocollate da Inail 585.356 denunce di infortunio, oltre 110.000 in meno rispetto al 2022 (-16,1%). Il marcato calo è riconducibile quasi esclusivamente al notevole minor peso dei casi di contagio da Covid-19; tuttavia, si registra una diminuzione dell'8,8% anche rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemico.
Sono questi alcuni dei dati contenuti nel nel consueto aggiornamento statistico mensile Inail, consultabile sul sito ufficiale dell'Istituto.
I dati rilevati al 31 dicembre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un incremento nel 2023 rispetto al 2022 dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai passati dai 607.806 del 2022 ai 491.165 del 2023 (-19,2%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento del 4,7%, da 89.967 a 94.191.
L’analisi per classi di età rileva diminuzioni in tutte le fasce, a eccezione di quella degli under 20 (dove circa nove infortuni su 10 riguardano gli studenti) che registra un +11,7%.
Sono 1.041 le denunce di infortunio con esito mortale nel 2023, 49 in meno rispetto alle 1.090 registrate nei dodici mesi precedenti (-4,5%); anche in questo caso risulta positivo il confronto con il 2019 (48 morti sul lavoro in meno). Da un'analisi più approfondita emerge che gli infortuni mortali in itinere sono effettivamente scesi sensibilmente da 300 a 242, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono leggermente aumentati passando da 790 a 799.
Da ultimo, le denunce di malattie professionali: nel 2023 ne sono state protocollate 72.754, circa 12mila in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+19,7%).
Per un confronto più corretto e puntuale - si legge nella nota diffusa dall'Istituto - si dovrà fare riferimento alla Relazione annuale di metà anno, in occasione della quale saranno diffusi gli open data annuali (più consolidati di quelli mensili), con l’aggiornamento del quinquennio 2019-2023 al 30 aprile 2024.
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