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La rilevazione del 31 gennaio 2021 restituisce l'immagine di una seconda ondata molto più virulenta ma meno letale
Secondo l'ultimo report elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell'Inail (rilevazione del 31 gennaio 2021) sono 147.875 le denunce di contagi sul lavoro di Covid-19 ricevute dall'Istituto dall’inizio dell’epidemia, pari a circa un quarto delle denunce di infortunio ricevute complessivamente nell'anno e a poco meno del 6% dei contagiati nazionali totali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) al 31 gennaio.
In particolare, il dato registrato nel quadrimestre ottobre 2020-gennaio 2021, pari a oltre 92mila denunce di infortunio (numero peraltro destinato ad aumentare nella prossima rilevazione per effetto del consolidamento particolarmente influente sull’ultimo mese della serie), supera di gran lunga quello del trimestre marzo-maggio 2020 (50.502 denunce) e il mese di novembre, con 37.400 denunce, supera il dato di marzo (28.336), diventando il mese del 2020 col maggior numero di eventi a seguito del Covid-19.
Il conteggio dei casi mortali si attesta a 461 unità. A differenza del dato sui contagi, in questo caso è la prima ondata a pesare maggiormente con quasi il 70% dei decessi concentrati tra marzo (27,3%) e aprile (40,8%).
Sono ormai assodati alcuni dati demografici già riscontrati nelle precedenti rilevazioni: l'epidemia si diffonde maggiormente tra le donne (rappresentano circa il 70% delle denunce) ma la situazione è diametralmente opposta per quanto riguarda i decessi (oltre 8 morti su 10 sono di sesso maschile), il settore della sanità e assistenza sociale – che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili – con il 68,8% delle denunce e il 25,9% dei casi mortali codificati è il più duramente colpito dalla pandemia.
Per approfondire visita la pagina dedicata sul sito Inail.
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