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29 gennaio 2021

Noi e voi

Intervista al Vicepresidente INAIL Paolo Lazzara

Impegno, serietà, imparzialità: è su questi principi che si basa l’azione del Prof. Paolo Lazzara all’interno di un Istituto complesso e unico nel panorama delle istituzioni del welfare in Europa 

Intervista al Vicepresidente INAIL Paolo Lazzara

Avvocato e professore ordinario di diritto amministrativo presso il Dipartimento di Economia dell’Università degli studi Roma Tre, Paolo Lazzara è nato il 16 agosto 1971 e ha conseguito la laurea con lode all’Università degli Studi di Catania. È autore di numerose pubblicazioni, tra cui monografie, articoli e saggi nel campo del diritto amministrativo, del diritto pubblico dell’economia e del diritto dell’ambiente.
Nominato vice Presidente dell'Inail con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 febbraio 2020, all’interno del CdA presiede la Commissione consiliare temporanea “Organizzazione e attività normativa”. Dal Presidente dell’Istituto ha ricevuto la delega a partecipare agli organismi collegiali UNI e ad esercitare la funzione di direttore editoriale della Rivista infortuni e malattie professionali.

1.   L’Inail ha avuto nell’emergenza sanitaria un ruolo di primissimo piano e continuerà a farlo, ma guardiamo avanti. Che futuro si immagina per l’Istituto? 

Dobbiamo realizzare una sinergia sempre più forte con le imprese e i lavoratori nella prospettiva della prevenzione che costituisce la principale e più efficace modalità per combattere il fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. In questo senso il sistema assicurativo Inail in chiave solidaristica, deve “restituire” ad imprese e lavoratori quante più risorse possibili. Allo stesso tempo, dobbiamo mantenere la massima fermezza contro il lavoro nero e qualsiasi altra forma di attività che non garantisca il diritto fondamentale alla salute e sicurezza sul lavoro. In questo percorso è fondamentale il supporto e il lavoro comune con le organizzazioni sindacali senza i quali nessuna azione di rinnovamento e innovazione può essere realizzata efficacemente. Immagino che la nuova governance, attraverso il Consiglio di amministrazione, il Presidente, il Vice Presidente, il Direttore Generale e ovviamente il CIV possano dare valore aggiunto oltre ad un apporto significativo alle azioni del nostro Ente.

2.   Cosa porterà all’interno del CdA della sua esperienza passata? Quali tra le competenze da lei maturate negli anni potrebbero essere utili per i lavori del Consiglio?  

La mia vita professionale si è svolta sempre dentro la pubblica amministrazione, come professore, nei tribunali, attraverso piccoli e grandi incarichi; da qui il principio guida della mia azione: imparzialità e buon andamento come valori fondamentali della nostra Costituzione e della pubblica amministrazione. Credo molto in un approccio ragionevole alle questioni, con piena consapevolezza del pluralismo e della complessità istituzionale, esterna e interna. Non ci sono questioni semplici, tutto va affrontato con impegno e serietà, nel rispetto delle istituzioni e delle persone.


3.   Lei presiede la Commissione “Organizzazione e attività normativa”. Può darci qualche anticipazione sui progetti futuri? Che obiettivi vi siete posti?

Lo strumento delle Commissioni consiliari si sta rivelando molto efficace. È stato già approvato il primo adeguamento del Regolamento di organizzazione, adesso affronteremo il lavoro di sistemazione “a cascata” della disciplina “derivata” e di ulteriori modifiche e adattamenti del modello organizzativo dell’Ente, valutandone criticità e opportunità, per una maggiore efficienza e qualità dei servizi. Anche in questo caso miriamo a realizzare alcune soluzioni nel breve periodo e altre, di più ampia portata, in tempi congrui rispetto alla complessità delle questioni da affrontare. Non sfugge a nessuno la dimensione dell’Ente, la presenza estesa su tutto il territorio, le diverse mission da perseguire…circostanze che impongono attenzione, cautela, massima considerazione per l’esistente, confronto costante con la tecnostruttura e dialogo con lavoratori e sindacati.

4.  In merito alle deleghe ricevute dal Presidente, parlando della Rivista Infortuni e Malattie professionali, quale linea editoriale vorrebbe darle in futuro?  

Abbiamo avviato importanti iniziative che mirano ad innovare le scelte editoriali senza allontanarci dal solco della tradizione. L’obiettivo è quello di diffondere maggiormente i pregevoli contenuti per renderli disponibili ad un pubblico selezionato e più ampio, rimanendo sempre legati al carattere scientifico-professionale della Rivista. Mi piace anche ricordare l’impegno significativo di Inail in UNI attraverso la partecipazione al Consiglio direttivo e alle Commissioni tecniche. Considero la normazione tecnica questione centrale nella materia della sicurezza sul lavoro.

5. Ci sono aspetti della missione istituzionale di Inail che la coinvolgono particolarmente?

Apprezzo moltissimo l’obiettivo dell’Istituto di mettere al centro del proprio impegno la persona e di garantire la tutela globale del lavoratore. Mi ha sempre colpito la difficile e complessa missione di Inail, che incentiva benessere e giustizia sociale, collocandosi al centro della relazione tra impresa e lavoro, mercato e sicurezza, nonché al contempo, è Ente di ricerca di rilievo internazionale.  
Persegue obiettivi di solidarietà sociale e leale concorrenza tra le imprese, ricerca scientifica, sviluppo tecnico e tecnologico, supporto fondamentale ai lavoratori e alle persone; ho sempre presente la posizione di Inail nel progetto di società disegnato nella nostra Costituzione come road map, e linfa vitale del mio impegno.  

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