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Ogni giorno sulle nostre strade 615 feriti, 46 dei quali gravi, e oltre 8 morti. È ormai evidente che sarà impossibile centrare gli obiettivi prefissati dalla UE per il 2030
Il 2023 è caratterizzato da una stabilizzazione nella mobilità rispetto al 2022, anno nel quale era stato rilevato un netto incremento, in termini di spostamenti registrati, rispetto al periodo delle fasi più acute della pandemia. Sul fronte dell’incidentalità stradale, nell'anno passato si è verificato un lieve miglioramento per il numero delle vittime rispetto all’anno precedente; in controtendenza aumentano incidenti e feriti, seppur in maniera contenuta.
Si sono quindi verificati sul territorio italiano oltre 166.000 incidenti con lesioni, che hanno comportato un costo sociale per la collettività pari all'1% del PIL: 18 miliardi di euro. 224.634 i feriti i feriti (615 al giorno, 46 dei quali gravi), con un incremento dello 0,5% sul 2022. 3.039 le vittime, in calo del 3,8% rispetto allo scorso anno.
Tra i comportamenti errati alla guida si confermano come più frequenti la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata. I tre gruppi costituiscono complessivamente il 36,5% dei casi (80.057), valore stabile nel tempo.
Il confronto con il 2019 continua a rivelarsi positivo, anche se non si nota un netto trend discendente per incidenti e feriti (rispettivamente -3,3% e -6,9%), tantomeno per le vittime (-4,2%).
Proseguendo di questo passo è ormai evidente che sarà impossibile centrare gli obiettivi prefissati dalla UE per il 2030: il dimezzamento di vittime e feriti gravi rispetto al 2019, anno di benchmark per il decennio per la sicurezza stradale. Nel complesso della UE27 il numero delle vittime diminuisce in maniera contenuta nel 2023 (-1,5% rispetto all’anno precedente); si contano 45 morti per incidente stradale ogni milione di abitanti e 52 nel nostro Paese, che resta al 19° posto della graduatoria europea, a pari merito con la Polonia.
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