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29 gennaio 2019

Noi e voi

Infortuni e malattie professionali, gli open data Inail del 2018

Non si registrano dati incoraggianti: dalle morti bianche alle malattie professionali, peggiorano tutte le statistiche

Infortuni e malattie professionali, gli open data Inail del 2018

Dopo la tendenza in diminuzione registrata nel 2017, nel 2018 sono tornati a crescere gli infortuni mortali sul lavoro: infatti, le denunce di infortuni con esito mortale pervenute all’Inail nello scorso anno sono state 1.133, 104 in più rispetto alle 1.029 denunciate tra gennaio e dicembre del 2017 e che segnano un drammatico +10,1%. In quasi tutti i mesi del 2018 il numero delle denunce di casi mortali è stato superiore rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente: tra questi, in particolare il dato, più volte evidenziato, relativo ad agosto, con 132 decessi contro i 78 dell’agosto 2017 (quasi il 70% in più), alcuni dei quali causati dai cosiddetti incidenti “plurimi”, espressione che indica gli eventi che causano la morte di almeno due lavoratori.

L’anno scorso, infatti, nel solo mese di agosto si è contato quasi lo stesso numero di vittime (37) in incidenti plurimi dell’intero 2017 (42) dovute al tragico crollo del ponte Morandi a Genova, con 15 denunce di casi mortali sul lavoro, e ai due incidenti stradali avvenuti in Puglia, a Lesina e Foggia, in cui hanno perso la vita 16 braccianti. Allargando l’analisi dei dati a tutti i 12 mesi, nel 2018 tra gennaio e dicembre si sono verificati 24 incidenti plurimi, che sono costati la vita a 82 lavoratori, rispetto ai 15 incidenti plurimi del 2017, che hanno causato 42 morti.

A livello nazionale, i dati rilevati al 31 dicembre di ciascun anno evidenziano nel 2018 un incremento rispetto all’anno precedente sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, che sono passati da 746 a 786 (+5,4%), sia soprattutto di quelli occorsi in itinere, con un aumento pari al 22,6% (da 283 a 347). Nel 2018 si è registrato un incremento di 128 casi mortali (da 857 a 985) nella gestione Industria e servizi e un decremento di 14 casi nel Conto Stato (da 31 a 17) e di 10 in Agricoltura (da 141 a 131).

Dall’analisi territoriale emerge un aumento di 47 casi mortali nel Nord-Ovest (da 258 a 305), di 24 nel Nord-Est (da 249 a 273), di tre al Centro (da 211 a 214) e di 35 al Sud (da 223 a 258).

L’aumento rilevato nel confronto tra il 2017 e il 2018 è legato prevalentemente alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono stati 102 in più (da 927 a 1.029): l’incremento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani (da 861 a 952), pari all’84% del totale, sia quelle dei lavoratori extracomunitari (da 119 a 130) e comunitari (da 49 a 51).

Dall’analisi per classi di età emerge come una morte su due abbia coinvolto lavoratori di età compresa tra i 50 e i 69 anni, con un incremento tra i due periodi di 85 casi (da 487 a 572). In aumento anche le denunce che hanno riguardato la fascia fino a 19 anni (da 13 a 21) e quella tra i 25 e i 39 anni (da 184 a 218 casi).

Per quanto attiene le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto sono state 641.261, in aumento dello 0,9% rispetto alle 635.433 del 2017. I dati rilevati al 31 dicembre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un incremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 539.584 a 542.743 (+0,6%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un incremento pari al 2,8%, da 95.849 a 98.518.

L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce di infortunio nel Nord-Ovest (+1,1%), nel Nord-Est (+2,2%) e al Sud (+0,8%), con un picco incrementale nella Provincia autonoma di Bolzano (+5,4%), e nel Friuli Venezia Giulia e Molise (+3,9% per entrambe). L’aumento che emerge è legato prevalentemente alla componente maschile, che registra un +1,4% (da 406.689 a 412.300 denunce), interessando soprattutto i lavoratori extracomunitari (+9,3%) e, in misura minore quelli comunitari (+1,2%).

Ultimo dato riguarda le denunce di malattia professionale anch’esse tornate ad aumentare, registrando un incremento del +2,5%, pari a 1.456 casi in più rispetto all’anno precedente (da 58.129 a 59.585). A farla da padrone risultano sempre le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (36.637 casi), insieme a quelle del sistema nervoso (6.681, con una prevalenza della sindrome del tunnel carpale) e dell’orecchio (4.574) le quali, anche nel 2018, hanno continuato a rappresentare le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dalle patologie del sistema respiratorio (2.613) e dai tumori (2.461). Queste cinque malattie rappresentano quasi il 90% del totale dei casi denunciati all’Inail.

La nota dell’Istituto ricorda che “gli open data pubblicati restano provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di “punte occasionali” e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà, quindi, necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2018, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia”.

 

Per ulteriori informazioni: https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/sala-stampa/comunicati-stampa/com-stampa-open-data-2018.html

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