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Sono circa 33.000 i casi di positività tra gli infermieri in questi mesi di pandemia, oltre il 30% dei contagi totali di natura professionale
Secondo l'ultimo report elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell'Inail, sono 104.328 le denunce di contagi sul lavoro di Covid-19 ricevute dall'Istituto nei entro il 30 novembre. 366 i casi mortali (per lo più distribuiti tra marzo e aprile, sono 20 quelli avvenuti a novembre), pari a circa un terzo dei decessi denunciati all’Inail da inizio anno e con un’incidenza dello 0,7% rispetto al complesso dei deceduti nazionali da Covid-19 comunicati dall’Iss nei primi undici mesi dell'anno. Oltre l'80% dei decessi si concentra tra marzo (33,1%) ed aprile (50,3%).
"La “seconda ondata” delle infezioni da Covid-19 - si legge nella nota diffusa dall'Istituto - ha avuto un impatto più significativo della prima anche in ambito lavorativo. Nel bimestre ottobre-novembre, infatti, si rileva il picco dei contagi di origine professionale, con quasi 49mila denunce di infortunio (pari al 47% del totale) rispetto alle circa 46.500 registrate nel bimestre marzo-aprile".
Dato ormai assodato, il settore della sanità e assistenza sociale – che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili – con il 68,7% delle denunce e il 23,7% dei casi mortali codificati è il più duramente colpito dalla pandemia.
La categoria professionale più colpita continua a essere quella dei tecnici della salute, con il 38,6% delle infezioni denunciate, circa l’82% delle quali relative a infermieri: conti alla mano, si tratta di circa 33.000 lavoratori che hanno contratto la malattia.
Soffermandoci sull'analisi statistica del contagio nell'ambito delle professioni sanitarie, è doveroso sottolineare che emerge una decisa risalita dell’incidenza dei casi di contagio per le professioni sanitarie nella terza fase del contagio, quella coincidente con la seconda ondata epidemica. Nonostante le procedure e istruzioni operative, nonostante l'utilizzo sempre più puntuale e preciso dei DPI, negli ambienti di lavoro più esposti non si riesce a porre un deciso freno deciso al contagio. La categoria dei tecnici della salute, in particolare, è passata dal 39,3% del primo periodo, fino a maggio compreso, al 21,4% del trimestre giugno-agosto, per poi risalire al 38,6% nell’ultimo trimestre. I medici, scesi dal 10,2% della fase di “lockdown” al 3,7% in quella “post lockdown”, hanno fatto registrare il 9,0% nella “seconda ondata” dei contagi.
Per approfondire visita la pagina dedicata sul sito Inail.
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