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Mentre il Governo cerca di regolamentare il “lavoro agile”, sempre più aziende si affidano a questa nuova modalità di collaborazione
Lo Statuto del lavoro autonomo e sullo smart working arriva alle battute finali per l’approvazione in Parlamento, dopo oltre un anno dalla presentazione del disegno di legge (avvenuta l’8 febbraio 2016). E mentre il Governo cerca di regolamentare il “lavoro agile”, sempre più aziende si affidano a questa nuova modalità di collaborazione. I vantaggi sono enormi, per l’azienda e il dipendente.
In base alla definizione inserita nello Statuto stesso si intende per smart working una "Modalità flessibile di lavoro subordinato, che può essere svolto in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno, utilizzando strumenti tecnologici, seguendo gli orari previsti dal contratto di riferimento e prevedendo l’assenza di una postazione fissa durante i periodi di lavoro svolti all’esterno dei locali azienda".
Attualmente in Italia sono circa 300 mila i lavoratori coinvolti e, in base ai dati dell’Osservatorio della School of management del Politecnico di Milano in Italia sono il 30% le grandi aziende che hanno realizzato progetti strutturati di lavoro agile: ultima società in ordine di tempo a renderlo strutturale (ma comunque tra i pionieri in questo campo) è stata Enel, siglando lo scorso 4 aprile con i sindacati del settore elettrico Filctem, Flaei e Uiltec proprio un accordo sullo smart working, che regolamenta in via sperimentale il lavoro agile.
Concentrandosi sulle modalità dell’accordo appena siglato da Enel, l’opportunità di un’organizzazione libera del lavoro affidata ai dipendenti - che potranno decidere per un giorno alla settimana di operare da casa o da qualunque altro luogo - fino ad oggi aveva riguardato in via sperimentale circa 500 persone e d’ora in poi sarà rivolta a una platea potenziale di 7.000 lavoratori. L’accordo fa riferimento al lavoro agile come a una modalità organizzativa che offre un doppio vantaggio: aumento della produttività e conciliazione più facile dei tempi di vita e di lavoro. Durante l’orario di lavoro fuori azienda il dipendente è tenuto a essere contattabile da capufficio e colleghi. I dipendenti potranno scegliere lo smart work su base volontaria, escluso soltanto chi è stato assunto da meno di un anno, i part time verticali e gli apprendisti. Durante le giornate in smart work restano ovviamente confermate le coperture assicurative. I dipendenti mantengono, inoltre, il diritto ai buoni pasto. Per quanto riguarda la scelta del luogo di lavoro, il lavoratore assume su di sé la responsabilità di individuare luoghi, comportamenti e modalità per lavorare in salute e sicurezza. Non sono previsti straordinari.
Ora si attende che sia “licenziato” dal Senato lo Statuto che regola tale tipologia di lavoro per capire come sarà possibile applicarlo in ambito generale, considerando che al momento solo il 5% delle PMI ne fa uso. Certamente con lo smart work i confini tra lavoro autonomo e lavoro dipendente diventeranno più sfumati, anche se dagli studi fatti dovrebbe cadere la perplessità delle aziende legata al fatto di avere dipendenti che lavorano meno della media che sembra risultare infondata. Certamente si va verso una trasformazione del lavoro e delle relazioni industriali che stravolgerà i rapporti di lavoro.
Per scaricare l'accorso siglato tra Enel, Filctem, Flaei e Uiltec fai clic qui.
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