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Intervista al Dott. Manuel Pezzera, vincitore del Premio "Formazione Innovativa" Fondazione AiFOS-UniMi
Mi chiamo Manuel Pezzera, ho un dottorato in Informatica conseguito presso l’Università degli Studi di Milano, attraverso il quale mi sono specializzato in realtà virtuale e aumentata applicata alla riabilitazione posturale per pazienti affetti da sclerosi multipla; ora lavoro come sviluppatore sempre in ambito realtà virtuale e aumentata.
Queste due tecnologie seppure possano sembrare molto recenti, in realtà hanno avuto inizio già a partire dagli anni ’60. Erano dispositivi molto diversi e sensibilmente più grandi rispetto a quelli attuali, con capacità di calcolo ridotte e funzionalità limitate. Nel tempo le loro dimensioni si sono ridotte fino a diventare i dispositivi che conosciamo tutti, ossia visori o occhiali, le cui capacità di calcolo sono così ormai così potenti da permetterci di essere proiettati in altre realtà. Nel caso della realtà aumentata (AR), l’utilizzatore continua a vedere il mondo reale, al quale vengono aggiunti elementi virtuali come modelli 3D, immagini, video, che possono assistere o educare l’utente nello svolgere determinati compiti. Dall’altro lato invece vi è la realtà virtuale (VR), dove l’utente è completamente immerso nel mondo virtuale, perdendo ogni contatto, sia visivo che uditivo, con il mondo reale, come se venisse proiettato in un altro mondo. Questi dispositivi sono arrivati sul mercato meno di una decina di anni fa e stanno velocemente aumentando la loro diffusione diventando sempre più alla portata di tutti.
Innanzi tutto, ringrazio AiFOS che in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano ha permesso di finanziare questa ricerca, il cui scopo è stato quello di fare un’analisi di come queste tecnologie possano essere utilizzate nell’ambito educativo e formativo, sia per quanto riguarda il processo di formazione di studenti, ma anche per quanto riguarda la salute e sicurezza sul lavoro. Negli ultimi anni, grazie alla diffusione di nuovi dispositivi di VR/AR, sono aumentate anche le ricerche scientifiche che li utilizzano, molte di queste aventi l’obiettivo di verificare se e come questi dispositivi possano migliorare l’apprendimento. Trattandosi di tecnologie comunque molto recenti, ad oggi siamo ancora ad uno stato abbastanza iniziale, ma i risultati preliminari di molte ricerche indicano come questo tipo di visori e occhiali possa migliorare l’apprendimento rispetti ai tradizionali metodi di studio. Lo studente non si limita più a leggere in modo passivo ciò che deve imparare, ma può viverlo in prima persona. Si pensi ad esempio ad un laboratorio di chimica, tramite la realtà virtuale è possibile sperimentare in modo sicuro e autonomo tutto ciò che si vuole; oppure ancora alla storia, dove lo studente può essere catapultato in mezzo ad eventi passati e viverli come se fossero il presente.
La salute e sicurezza sul lavoro è un argomento molto importante e svariate ricerche si sono concentrate sull’argomento, con lo scopo di verificare se l’utilizzo di VR/AR nell’ambito della formazione dei lavoratori potesse portare ad un migliore apprendimento e conseguentemente a minori rischi per la loro salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Queste tecnologie sono state applicate a svariati lavori e luoghi dove la sicurezza riveste un ruolo fondamentale, come, ad esempio, siti di costruzione o miniere, o per simulare eventi catastrofici come terremoti o incendi. In molte di queste ricerche si è visto che, sia nel breve che medio periodo, i lavoratori che hanno utilizzato la realtà virtuale come strumento di formazione hanno appreso maggiori conoscenze rispetto a ciò che viene usualmente appreso attraverso i tradizionali corsi sulla sicurezza. Nonostante questi buoni risultati, l’utilizzo di queste tecnologie applicate all’ambito della sicurezza sul lavoro è ancora ad una fase preliminare e serviranno ancora anni prima di poter confermare quanto effettivamente questi dispositivi migliorino l’apprendimento di chi li utilizza.
Pubblicato il: 23/01/2023
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