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/ News / Pubblicazioni / Libri segnalati / I comportamenti umani nelle situazioni critiche di emergenza

I comportamenti umani nelle situazioni critiche di emergenza

Un testo di Antonio Zuliani, presidente dell'Associazione Psicologi Liberi Professionisti (Plp)

 

Il volume desidera fornire a chi ha il compito di predisporre i piani di emergenza e a chi è chiamato ad intervenire nelle situazioni critiche, come lo sono gli addetti all’emergenza, una serie di informazioni relative ai comportamenti che possono essere messi in atto dalle persone presenti. Questo perché, nella misura in cui il piano si pone l’obiettivo di salvaguardare le persone, le attrezzature e le strutture, esso non può considerare il fattore umano come una variabile debole perché ritenuta del tutto il comprensibile.
Pertanto, il focalizzare l’attenzione su quanto la ricerca scientifica e l’analisi dei comportamenti pregressi indicano sui comportamenti delle persone, diviene un patrimonio indispensabile proprio per integrare gli aspetti tecnologici e organizzativi con quelli relativi al comportamento umano, all’interno di un unico sistema di emergenza.

Entrando nel dettaglio, il punto di partenza che Zuliani utilizza nel suo più recente lavoro, come ben esplicato nella premessa, parte dal fatto che le situazioni critiche e di emergenza possono presentarsi negli eventi della vita di ciascuno di noi come consumatori, visitatori, spettatori, oltre che come specialisti di prevenzione e dipendenti delle organizzazioni aperte al pubblico.

Scrive l’autore nell’introduzione. “Il tratto comune a queste esperienze è l’interazione con organizzazioni complesse che può essere non solamente cercata, ma in qualche modo subita. La preparazione delle organizzazioni a fronteggiare questi eventi (di cui la redazione di un buon piano di emergenza è un aspetto fondamentale) richiede la conoscenza non solo delle normative e delle tecnologie disponibili, ma anche delle reazioni delle persone che si dovessero trovare coinvolte. A partire dagli studi di psicologia e dall'analisi di eventi emergenziali, l'autore individua i fattori che entrano in gioco nelle reazioni umane alle situazioni critiche e alle emergenze, cercando, dunque, non di postulare come le persone si devono comportare, ma cercando di tenere conto di come esse si comportano”.

Questo perché, l’autore è ben convinto (e riesce facilmente a convincere che legge, semmai vi fossero dubbi) che il conoscere le dinamiche psichiche messe in gioco dalle persone e dai gruppi permette di costruire piani di emergenza in grado di tenerle in considerazione, in modo da favorire il buon esito delle operazioni di evacuazione. Per questo nei capitoli vengono esaminate le reazioni attese sia dalle singole persone sia dal loro far parte di un gruppo fino a toccare gli aspetti relativi al panico della folla.
Analogamente, vengono approfondite anche le reazioni che possono attendersi dalle persone con le quali un addetto all'emergenza potrebbe venire in contatto al fine di poter gestire in modo efficace il compito proposto e per il quali è certamente utile averne conoscenza.
Il volume si conclude trattando la formazione degli addetti all'emergenza con proposte originali: non più solo formazione normativa e tecnica, ma anche attenzione alle competenze non-tecniche in ordine alla presa di decisione, al lavoro di gruppo, alla gestione dei conflitti e alla capacità di comunicazione.

“Questo libro è come un tassello di un più grande mosaico. In effetti, forse, una metafora migliore, perché evocatrice di un’immagine più dinamica, è che questo libro è come una formica in un formicaio. Il mosaico-formicaio ci fa accedere a una comprensione delle situazioni di emergenza in cui, per la loro migliore prevenzione e gestione, oltre alle competenze sui comportamenti umani (e i loro presupposti psicologici cognitivi ed emotivi), troveremo le competenze sui comportamenti organizzativi di progettazione sensibile alle esigenze della prevenzione e gestione delle crisi e di coordinamento inter-organizzativo” scrive Attilio Pagano nell’introduzione al libro.

Oltre ad essere scrittore Zuliani ha al suo attivo una vasta esperienza nel campo dell’emergenza ed è stato consulente di numerosi enti e aziende per i piani di evacuazione e per la comunicazione pubblica oltre a ricoprire la carica di responsabile nazionale del Servizio psicosociale della Croce Rossa Italiana. Edita la rivista PdE, rivista di psicologia applicata all’emergenza, alla sicurezza e all’ambiente e cura un sito dove, capeggia la frase “I comportamenti umani in emergenza. Conoscerli per predisporre adeguate strategie di risposta”. In un post dedicato alla sicurezza scrive che “In genere si pensa che i comportamenti delle persone coinvolte in una situazione critica e di emergenza siano così imprevedibili da rappresentare una variabile imponderabile. Gli studi più recenti a livello internazionale e l’esperienza professionale fanno ritenere che le cose non siano così: oggi siamo in grado di delineare alcune tipicità nei comportamenti assunti dalle persone in rispondenza a diverse situazioni di emergenza e, quindi, di poter fare in molti casi delle attendibili previsioni”.

Fermo restando che, come riportato, il testo si rivolge principalmente ai professionisti della gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro, lo stesso appare facilmente adottabile a tutti gli ambiti in cui le persone sono coinvolte in situazioni impreviste e potenzialmente pericolose.

 

Antonio Zuliani
Psicologo e psicoterapeuta, ha al suo attivo una vasta esperienza nel campo dell’emergenza iniziata nei primi Anni ’90. Consulente di numerosi enti e aziende per i piani di evacuazione e per la comunicazione pubblica e Responsabile nazionale del Servizio Psicosociale della Croce Rossa Italiana, è autore di numerose pubblicazioni nell’ambito della tematica dell’emergenza. Dal 2005 edita la rivista PdE, rivista di psicologia applicata all’emergenza, alla sicurezza e all’ambiente. Nel 2012 ha partecipato alla costituzione dell’Associazione italiana Non Technical Skill (AiNTS) di cui è componente del consiglio direttivo. Di se stesso sul suo sito scrive: “Ritengo che questo sia lo slogan che caratterizza questa parte della mia vita. A 65 anni ho deciso di ridurre molto il mio impegno di lavoro, ma, al contempo, non voglio disperdere la preziosa esperienza accumulata in più di 40 anni di professione. Desidero che il rapporto tra lavoro e piacere sia sempre più stretto. Per cui, tu che mi leggi: se hai un’idea o un progetto di lavoro in grado di affascinarmi, sono qui pronto a scendere al tuo fianco. Se qualcuno desidera sapere di più del mio lavoro e delle mie ricerche scientifiche e delle mie pubblicazioni può cliccare sui pulsanti qui sotto. In questo sito possono narrarmi in modo libero attraverso i miei desideri, le mie aspirazioni e le mie passioni”.

 

 

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