/ News / Approfondimenti / Europa e mondo
Il ruolo di RSPP per attività all’estero è nello stesso tempo stimolante ma anche impegnativo. Quali sono le criticità nel rivestire questo ruolo e le prospettive? Ne parliamo con il dott. Matteo Fadenti, vicepresidente AiFOS.
Attualmente ricopro l’incarico per diverse sedi del Ministero degli Esteri, ovvero:
Le sfide sono molteplici. Partiamo con il dire che per le sedi estere del MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) esiste una legge specifica, ovvero il Decreto del Ministro degli Affari Esteri 16 febbraio 2012, n. 51. Tale norma spiega come applicare il D.lgs. 81/08 nelle sedi estere. Nello specifico la norma indica quando si devono seguire le disposizioni della norma italiana e quando, invece, le disposizioni delle norme locali sulla sicurezza. In questo campo, anche in base al Paese in cui è locata la sede del Ministero (Ambasciata, Consolato, Agenzia ITA ICE e Istituto Italiano di Cultura) ci possono essere situazioni diverse.
Normalmente, si può dire, semplificando, che per gli aspetti legati al DVR, all’RSPP, al Medico Competente, all’RLS si deve seguire il D.lgs. 81/08. Per il tema della formazione dei lavoratori, per la questione gestione emergenze e formazione degli addetti primo soccorso e antincendio, si deve invece seguire la norma locale (ove presente). L’aspetto più complesso è quindi quello di far seguire al meglio tutte le disposizioni normative del caso, intersecando le indicazioni italiane con quelle estere garantendo al personale la massima sicurezza possibile. È quindi essenziale conoscere bene diverse leggi, che derivano da culture diverse e differenti modi di pensare.
Se negli Stati Uniti questo è complesso, perché oltre ad una norma generale ogni singolo Stato federato ha delle sfaccettature diverse, negli Emirati Arabi è più semplice, visto che lì hanno una norma sulla sicurezza sul lavoro di una trentina di pagine.
L’altra grande sfida è quella che in sedi delicate come una Ambasciata (soprattutto in certi momenti storici) oltre all’aspetto safety, si deve pensare sempre e molto all’aspetto security. La redazione di un piano di emergenza in una struttura come un Ambasciata deve prevedere diverse situazioni, e deve coinvolgere non solo i semplici addetti antincendio e primo soccorso, ma anche le addettanze militari, gli eventuali servizi privati di sicurezza e i vari addetti di Carabinieri e/o Polizia di Stato.
Infine, ultima poiché per fortuna è una “sfida” che sta passando, è la gestione dell’emergenza sanitaria legata al covid. Al di là della gestione rapida dei vari casi di positività tra il personale, la sfida più grande era quella di stabilire le misure da mettere in atto, mediando tra le regole italiane e quelle locali (che spesso erano in contrasto).
La comunicazione costante è la chiave vincente per svolgere bene il ruolo di RSPP. Questo concetto vale in tutti i settori, specialmente in situazioni in cui il “cliente” è a più di 15000 km di distanza.
L’impegno più grande, tornando anche alla prima domanda sulle “sfide” è quella di dover essere disponibile in pratica 24/24. Infatti, seguendo sedi ad ovest come gli Stati Uniti e ad est come l’Australia, la questione fuso orario, implica il dover essere potenzialmente operativo a qualsiasi ora della giornata, con riunioni fissate alle 5 di mattina o all’una di notte (italiane).
Ovviamente al netto delle missioni, che in funzione della complessità della sede possono essere svolte da 1 a 3-4 volte all’anno, la comunicazione con le varie sedi avviene tramite e-mail, riunioni a distanza e soprattutto con la comunicazione rapida e continua via chat (per ogni sede abbiamo un gruppo whatsapp) che si usa per comunicazioni rapide o urgenti (e che è servito tantissimo soprattutto durante il periodo covid in cui si dovevano gestire in tempi brevi i molti casi presenti).
Devo dire che in generale la collaborazione con i medici nelle sedi estere, per ora è sempre stata molto positiva (molto di più di ciò che avviene in Italia).
Nelle sedi Statunitensi il medico competente è il Prof Roberto Lucchini, che abbiamo intervistato anche in uno dei precedenti numeri del giornale degli RSPP, il quale è molto presente e competente sia sulle norme locali che su quelle italiane. Grazie alle chat a cui facevo riferimento sopra e alle missioni congiunte, la collaborazione è ottima. Diversa la situazione quando il medico viene scelto localmente (la legge 51, infatti, prevede che si possa nominare un medico locale basta che abbia requisiti comuni a quelli previsti dal D.lgs. 81/08 per i medici competenti). In questi casi ci si deve confrontare con culture magari diverse e con modi di operare diversi, però questa situazione è sempre molto interessante e ti fa vedere le differenze tra la norma italiana e quella estera in materia di sicurezza sul lavoro e sorveglianza sanitaria.
Quando il medico competente è locale, è importantissimo tradurre il DVR in inglese, poiché la sola versione in italiano non permetterebbe una corretta collaborazione del medico e quindi, giustamente, lo stesso non firmerebbe il documento.
La questione RLS è un po’ più delicata. Per una serie di motivi spesso l’RLS non è presente e nessun lavoratore vuole ricoprire tale incarico. In questi casi, peraltro, non esiste l’opzione RLST.
L’ostacolo più grande è che il Ministero organizza i corsi in orario italiano, che spesso nelle sedi estere equivale all’orario notturno. Altro aspetto è che il personale che viene dal Ministero (non quello assunto con contratti locali), svolge missioni di 4/5 anni. Quindi la rotazione fa si che spesso gli RLS presenti se ne vadano in altre sedi o tornino a Roma.
Comunque, nelle sedi in cui è presente, normalmente sono addetti che prendono molto sul serio il loro ruolo e svolgono molto bene quanto previsto dal D.lgs. 81/08 per questa figura.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
Tel 030.6595031 - Fax 030.6595040 | C.F. 97341160154 - P. Iva 03042120984
Privacy - Cookies Policy - Gestione segnalazioni-whistleblowing
Il sito utilizza cookie tecnici, ci preme tuttavia informarti che, dietro tuo esplicito consenso espresso attraverso cliccando sul pulsante "Accetto", potranno essere installati cookie analitici o cookie collegati a plugin di terze parti che potrebbero essere attivi sul sito.