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Riflessioni in tempo di COVID-19. A cura di Camilla Abeni, Ufficio studi e legislativo AiFOS
L’articolo 1 della nostra bellissima Costituzione sancisce che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. La situazione emergenziale imposta dalla diffusione della Covid-19 ha però purtroppo messo a dura prova questo diritto-dovere che rappresenta il fulcro della nostra vita democratica.
Il lockdown imposto dal Governo italiano per far fronte a questa terribile emergenza sanitaria ci ha catapultati, in pochissimi giorni, in una situazione di smarrimento, di forte stress economico, sociale e finanziario, aumentando le nostre paure e tenendoci chiusi in casa, azzerando i rapporti sociali, le riunioni, i convegni, le attività imprenditoriali e lavorative e tutto quello che quotidianamente ciascuno di noi metteva in atto per poter esprimere al meglio il proprio potenziale lavorativo.
La situazione di confusione creatasi nel nostro paese in questo delicato momento, amplificata esponenzialmente da internet e dai social network che si sono rivelati, ancora una volta, veicoli di fake news e di tesi complottiste quantomeno improbabili non ha di certo aiutato a tenere controllata questa sensazione di incertezza che ha spaventato tutti noi; le misure messe in atto da tecnici e governo, i quali si sono trovati dinnanzi al grande dilemma di conseguire un equilibrio tra la “salute pubblica”, diritto fondamentale, e il funzionamento economico e sociale del nostro paese, con pressioni imposte da qualsiasi angolazione possibile, sono state messe in campo per tentare di arginare una situazione che, se non trattata in tempo, sarebbe proseguita oltre i due mesi di serrata forzata, producendo danni economici e sociali ancor maggiori di quelli creati fino ad oggi.
Gli imprenditori, piccoli o grandi che siano, si sono visti costretti, con tutti i problemi del caso, a chiudere le aziende e gli uffici, introducendo lo smart-working, ridimensionando e riorganizzando le attività lavorative, ripensando completamente le giornate e rivedendo il tempo e gli spazi quotidiani.
Per i professionisti della sicurezza e soprattutto per le agenzie formative ed i docenti, questo periodo ha rappresentato e continuerà a rappresentare, ancora per un po’, anche se tutti speriamo che non si protragga per molto, l’incertezza del non sapere bene come muoversi all’interno della materia che rappresenta il nostro pane quotidiano, a seguito del divieto, tutt’oggi in vigore, di organizzare le attività formative in presenza, i convegni, i seminari e quant’altro afferente la sfera della formazione.
Pur nell’impossibilità di svolgere corsi in presenza, però, il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del nuovo Coronavirus negli ambienti di lavoro, già nella sua prima versione prevedeva che: “è comunque possibile, qualora l’organizzazione aziendale lo permetta, effettuare la formazione a distanza, anche per i lavoratori in smart work”.
Ma la domanda che tutti noi ci siamo posti è stata: cosa si intende per formazione a distanza?
AiFOS ha quindi subito messo in campo le proprie professionalità e si è esposta pubblicamente circa la possibilità di svolgere la formazione in modalità videoconferenza.
L’associazione ha reso disponibile per gli associati un regolamento contenente le regole di erogazione corsi e l’elencazione dei requisiti di base che un sistema di videoconferenza serio e professionale deve possedere, tra cui la condivisione del microfono, della webcam e dello schermo del relatore e dei discenti, la presenza di una chat a disposizione dei discenti che consenta di comunicare con i relatori e gli altri partecipanti, la possibilità da parte dei discenti di richiedere la parola, la possibilità di effettuare la registrazione audio e schermo condiviso delle lezioni, di generare il registro virtuale dei partecipanti, di somministrare uno o più test di verifica dell’apprendimento in tempo reale, nonché il test di gradimento.
Dopo un periodo di tante interpretazioni e voci di corridoio, di timide aperture da parte di alcune regioni italiane, finalmente il Ministero del Lavoro ci ha dato la risposta che tutti aspettavamo e per cui la nostra associazione si è tanto prodigata: la Direzione Generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali, Divisione III, ha infatti risposto ad un quesito inviato nel mese di marzo da AiFOS in cui veniva richiesto l’autorevole parere circa l’equiparazione della videoconferenza allo svolgimento dei corsi in aula.
Ebbene, il Ministero del Lavoro ha confermato positivamente quanto già convintamente sostenuto dalla nostra associazione, affermando che “si potrà ritenere ammissibile, limitatamente al periodo di emergenza sanitaria dovuto alla pandemia da Covid-19, lo svolgimento delle attività formative in videoconferenza esclusivamente con modalità sincrona, ad esclusione della parte pratica dei corsi”.
Utilizzando questa modalità di erogazione dei corsi potrà infatti essere garantita la verifica delle presenze dei soggetti da formare e la piena interazione tra questi ultimi e i docenti, ad esempio - prosegue il Ministero del Lavoro - “assicurando la condivisone del materiale didattico, la possibilità di formulare domande, etc.”
La videoconferenza è stata quindi ufficialmente equiparata, perlomeno per il momento, all’aula.
La modalità sincrona, tale da consentire il controllo dell’identità dei discenti, l’interazione dei partecipanti con i materiali e il docente e la verifica finale di apprendimento è da considerarsi a tutti gli effetti come i corsi di formazione in presenza fisica.
Ciò significa che troveranno integrale applicazione tutte le disposizioni legislative e quelle contenute negli Accordi in Conferenza Stato-Regioni pertinenti per il corso di formazione di specifico riferimento, senza alcuna eccezione, anche in relazione al numero di ore, alla tenuta dei registri, agli attestati di fine corso e a quant’altro sia previsto dalla vigente regolamentazione in materia.
Tale indirizzo interpretativo è stato in seguito pubblicato nelle FAQ del Ministero del Lavoro.
Questo rappresenta per tutti noi esperti del settore un ulteriore passo in avanti, al fine di cercare di facilitare la continuazione della nostra attività lavorativa, in un periodo di affanno nel quale, forse, cominciamo ad intravedere uno spiraglio di timida ripresa.
Quel che tutti auspicano è un ritorno alla normalità “d’aula”, per recuperare le tanti parti pratiche lasciate in sospeso e per riprendere l’attività lavorativa di sempre.
AiFOS sta lavorando anche a questo. Tramite i rappresentanti di Confcommercio presenti al tavolo di lavoro per la revisione del Protocollo nazionale di salute e sicurezza previsto per le aziende, stiamo predisponendo una proposta di modifica che preveda la possibilità di organizzare i corsi in aula e sul campo prove, a patto però che siano rispettate tutte le misure di sicurezza previste dal protocollo stesso, come segno di senso civico e di rispetto e tutela delle condizioni di salute e sicurezza di tutti noi.
Nel momento in cui torneremo in aula non dimentichiamoci però della tanto richiesta videoconferenza che rimarrà uno strumento utile per l’erogazione dei moduli teorici e per la quale AiFOS farà sentire la sua voce, affinché possa essere equiparata definitivamente all’aula. Gli aspetti positivi individuati in questo periodo sono innumerevoli ed innegabili, tra cui ricordiamo il risparmio in termini di spostamenti che significa maggiore sostenibilità e minore stress. Ed è anche per questi motivi e non solo per quelli derivanti dal distanziamento sociale, che a nostro avviso la videoconferenza si affermerà come un utile ed innovativo strumento formativo. Siamo quindi certi che l’utilizzo di questo metodo continuerà, magari perfezionandosi e professionalizzandosi sempre più, ma questo lo vedremo col tempo.
Quel che è certo è che la Covid-19 ci ha cambiati e ha cambiato il nostro modo di vivere le nostre attività quotidiane. È una sfida che dovremo affrontare rimboccandoci le maniche perché i rapporti interpersonali ed umani sono purtroppo mutati e continueranno a mutare e così anche il modo di vedere e gestire l’ambito lavorativo, economico e sociale del paese. Aspettiamoci grandi sfide, perché i cambiamenti sono l’unica certezza della nostra vita e noi, anche se con qualche acciacco dovuto a quel che questa epidemia si è lasciata dietro di sé, siamo pronti ad affrontarli.
“In ogni caso, la speranza conduce più lontano della paura”
Ernst Jünger
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
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